Chi è impiegato in aziende legate al clero tedesco è sottoposto a regole che violano i diritti garantiti dalla legge
Il diritto religioso può regolare ogni ambito della vita delle persone. Una simile pratica non è solo una prerogativa della Sharia islamica, ma vige in realtà anche nell’ordinamento di alcuni Paesi europei. In Germania i dipendenti della Chiesa cattolica non godono di diritti garantiti dalla legge o addirittura dalla Costituzione perché lavorano in strutture dipendenti dal clero. Chi non si comporta come prescrive la morale cattolica può essere licenziato in modo discriminatorio, senza che niente o quasi lo possa impedire.
CASO ESEMPIO – L’autorevole settimanale Die Zeit pone una riflessione su questo aspetto poco conosciuto del diritto tedesco partendo dal licenziamento di una direttrice di un asilo cattolica, Bernadette Knecht . La donna è stata licenziata perché si è separata ed ha iniziato una convivenza con una nuovo uomo. Questa infrazione della morale cattolica, al cui rispetto era obbligata dal contratto di lavoro, le è costata un licenziamento. L’insegnante ha fatto causa in tribunale, ed ha l’aperto sostegno dei genitori e di altre associazioni. Nell’asilo sono presenti bambini che provengono da famiglie di varie confessioni religiose, e l’imposizione di una singola morale infastidisce molti dei genitori. I partiti sono invece più freddi, anche se il consiglio comunale e l’amministrazione del paese sono stati coinvolti nel caso che ha aperto una grossa polemica nella cittadina renana. Solo la sinistra della Spd si è schierata in modo aperto in favore di Bernadette Knecht, mentre perfino i Verdi, oltre ai democristiani della Cdu, non vogliono creare fratture con la Chiesa locale.
SHARIA CATTOLICA? – La stessa Die Zeit aveva intitolato la riflessione “Sharia cattolica”, ma dopo varie proteste ha preferito il più moderato “Cristiani anche dopo la fine del lavoro”. In Germania la stessa Legge fondamentale del 1949 garantisce speciali poteri normativi alle istituzioni religiose. Un milione e mezzo di lavoratori, attivi in modo particolare presso due grosse associazioni di volontariato come Diakonie e Caritas, non godono di diritti che la legge tedesca garantisce ai propri cittadini. Un terzo dei matrimoni finisce con una separazione, ma queste persone perderebbero il lavoro se decidessero di divorziare. Allo stesso modo essi devono attenersi in modo scrupoloso della morale cattolica. Anche nel diritto del lavoro più ristretto chi è occupato in società gestite dal clero non gode di diritti tutelati costituzionalmente. Questi lavoratori non possono scioperare, e neppure essere rappresentanti nei consigli interni alle aziende che sono presenti nelle imprese, private o pubbliche, attive in Germania. Nei contratti di assunzione è specificato che la “testimonianza di vita del dipendente deve corrispondere ai principi della fede cattolica e alla sua dottrina morale”. I tribunali del lavoro cercano, quando ci sono cause simile a quella citata nel testo, di conciliare le diverse esigenze, ma rimane il fatto che chi lavora per la Chiesa perde diritti garantiti a tutti i cittadini. Un fondamentalismo giuslavorista che discrimina chi non vice come prescrive il Papa.
di Dario Ferri
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