Il sottosegretario Polillo “svela” come funziona la legge. E dove si trova l’inganno
L’esenzione dall’Imu sara’ garantita comunque agli enti “no profit” – e dunque anche a parrocchie e istituti religiosi – che non ricavano utili dalle loro attivita’. Lo ha detto ad Avvenire Gianfranco Polillo, sottosegretario all’Economia del governo Monti. “Il concetto e’ semplice ed e’ iscritto nei principi generali dell’ordinamento: paga l’Imu chi iscrive un utile in bilancio. Chi, insomma, lucra sull’attiva che svolge”. Una posizione interessante; a questo punto, basterà essere in passivo – anche grazie a qualche “anticipazione” di spesa – ed ecco pronta l’esenzione.
IL TESTO - “In questo Paese – commenta Polillo riguardo alle polemiche sull’emendamento – c’e’ una tendenza a complicare le cose, a cercare la notizia sensazionalistica anche in un provvedimento ordinario come quello che abbiamo varato sul non profit, che certo non vuole aggredire chi svolge un servizio alla collettivita’”. In sostanza, esemplifica Polillo, “se la retta alla scuola parificata serve a sostenere i costi di gestione, non si puo’ considerare attivita’ commerciale. Per un ospedale: e’ lo stesso. Il decreto, oltre a stabilire come si calcola la porzione d’edificio da cui si ‘lucra’, terra’ conto di questo principio”. Riguardo al testo proposto dal governo del quale ieri Avvenire aveva scritto che lascia aspetti da chiarire, Polillo giura: “per me e’ ovvio, non ho dubbi: paghera’, senza eccezioni, chiunque tragga profitto dalle attivita’ svolte”.
LA CHIESA SOTTO ACCUSA - In risposta al giornale della Cei che lamentava la identificazione sui media della Chiesa Cattolica come unica destinataria del provvedimento, il sottosegretario assicura inoltre che “nelle riunioni non c’e’ mai stata una personalizzazione della questione, non e’ una ‘norma ad personam’, per intenderci. E ci stupiamo anche noi – dice – di come e’ stata interpretata”. Infine Polillo nega che ci siano stime sul possibile gettito. “Chi le fa – scherza – gioca al lotto. L’unica stima seria e’ quella del mio collega Vieri Ceriani, che parla di circa cento milioni. In ogni caso qualsiasi somma entrera’, come noto, la metteremo nel fondo per abbassare le tasse”, gia’ istituito da tempo e finora non attivato. Una domanda, invece, sorge spontanea: ma la dirimente dell’utile vale solo per la Chiesa?
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