Un cartello di trafficanti accetta la tregua proposta dalla diocesi: “Guai a chi turberà la pace”.
Il viaggio di Papa Benedetto XVI in Messico, uno dei più popolosi paesi cattolici al mondo, sta per iniziare – non senza preoccupazioni. Il paese centroamericano è stato scosso negli ultimi anni da una vera e propria carneficina, quella delle morti del narcotraffico: un’ agenzia italiana, la TmNews, ricorda come i caduti nella guerra dei narcosi siano stati nell’ ordine dei 50mila.
Il viaggio di Papa Benedetto XVI in Messico, uno dei più popolosi paesi cattolici al mondo, sta per iniziare – non senza preoccupazioni. Il paese centroamericano è stato scosso negli ultimi anni da una vera e propria carneficina, quella delle morti del narcotraffico: un’ agenzia italiana, la TmNews, ricorda come i caduti nella guerra dei narcosi siano stati nell’ ordine dei 50mila.
UNA TREGUA – Così, è prevedibile che la gerarchia sia particolarmente preoccupata, tanto da proporre in maniera ufficiale una tregua alle bande del narcotraffico: l’ arcidiocesi regionale ha chiesto ai narcos dello stato di Guanajuato di lasciar stare, durante la visita del Papa, ogni azione violenta e di cessare le ostilità; lo ha chiesto José Guadalupe Martín Rábago, arcivescovo di Leon dove il Papa alloggerà durante il suo viaggio. Ed è anche arrivata una veloce risposta, da parte del cartello del narcotraffico dei Cavalieri Templari. “Vogliamo Guanajuato in pace, perciò non pensate di generare violenza o simili durante la visita di Sua Santità Benedetto XVI, siete avveertiti”, scrivono i Cavalieri su dei cartelli posizionati in tutta la regione. El Economista, giornale Messicano, ci spiega chi siano questi misteriosi Cavalieri Templari: “Questo stato”, spiega il media, “è parte del territorio dei Cavalieri Templari, sanguinosa scissione del cartello La Famiglia, fazione opposta ad altri gruppi criminali, specialmente con il cartello Nuova Generazione, alleato del latitante Joaquín “El Chapo” Guzmán, considerato il capo più potente del Messico”.
E LO STATO? – Il ministro del Governo, equivalente, più o meno, al segretario dell’Interno messicano, di nome Alejandro Poiré, consultato in una conferenza stampa tenta di ristabilire il proprio primato: “A Guanajuato ci sarà sicurezza basata sullo stato di diritto”, spiega l’esponente del governo. Tuttavia, il fatto che la Chiesa abbia proposto una tregua ai narcotrafficanti, e che essi l’abbiano accettata, è vista da molti parlamentari come un “cedimento” alle pressioni della criminalità organizzata inaccettabile, scrive La Vanguardia: “L’unica cosa che ci interessa è che si rispetti la visita del Papa, ovviamente, che si rispetti la vita del Papa”, ha detto una deputata del Partito del Lavoro, organizzazione della sinistra estrema: “Tuttavia, questo è un negoziato. Questo chiedere la tregua ai narcos è un modo di parlamentare con il crimine organizzato”, inaccettabile secondo lei. Insomma, dicono i mormorii, lo stato non sarebbe in grado di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, e ormai sarebbe evidente a tutti.