All'incontro per l'anniversario del Concordato il tema della tassa sugli immobili a uso commerciale è rimasto tabù. Intanto in Parlamento monta l'opposizione bipartisan alla riforma: Lupi (Pdl) e Sposetti (Pd): "Il governo stia attento". Rutelli (Terzo polo): "Non tassiamo il pranzo dei poveri".
Nulla di fatto. A Palazzo Borromeo ieri, nella bilaterale tra Stato italiano e Vaticano, non si è parlato di Ici sui beni immobili alla Chiesa. L’annuncio ufficiale dell’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, suona come un’elegia funebre per l’atteso emendamento: “Il vertice è andato bene, si è parlato di tutto.
Ma non di Ici”. E nonostante la dichiarazione di volontà di Mario Monti di correggere le regole dell’esenzione dalla tassa sugli immobili usati a scopo commerciale, le due folte delegazioni che si sono fronteggiate hanno preferito non accendere la miccia di un caso pronto a deflagrare.
Almeno non formalmente.
Ma non di Ici”. E nonostante la dichiarazione di volontà di Mario Monti di correggere le regole dell’esenzione dalla tassa sugli immobili usati a scopo commerciale, le due folte delegazioni che si sono fronteggiate hanno preferito non accendere la miccia di un caso pronto a deflagrare.
Almeno non formalmente.
Anche perché entrambi sono interessati a risolvere la vicenda: il governo italiano per riempire le casse dei Comuni – l’Anci stima un gettito fino a 600 milioni di euro – e quello Vaticano per evitare una multa ancor più salata dall’Unione europea. Certo è che la partita si giocherà anche su un altro tavolo, quello parlamentare, dove una schiera di onorevoli bipartisan sono già pronti ad alzare le barricate: “Non faremo gli spettatori e crediamo che tutti devono stare molto attenti, a cominciare dall’esecutivo – hanno dichiarato un gruppo di deputati di Pdl, Pd e Udc, tra i quali Maurizio Lupi e Ugo Sposetti – siamo favorevoli a una norma che spazzi via le ambiguità. Ma non si cerchi, nascondendosi dietro un principio di equità, di colpire e tassare tutte quelle realtà che, ospitate in immobili della Chiesa o no, svolgono un’attività di valore pubblico”. Dalle scuole, alle onlus, alle associazioni culturali fino ai sindacati.
Perché, per dirla con Francesco Rutelli, “come si fa a tassare il parcheggio a pagamento della mia parrocchia che poi con quei soldi finanzia il pranzo per i poveri?”. Solo per il leader Udc Pier Ferdinando Casini, “la decisione di Monti è ineccepibile”. Ma l’emendamento non avrà vita facile in Parlamento. Dopo il vertice anche il presidente del Senato, Renato Schifani, ha preso una posizione netta: “Non può essere il problema dell’Ici a inquinare il rapporto tra Italia e Vaticano”. Eppure la questione va risolta perché l’Europa, che ha espresso apprezzamento per l’iniziativa di Monti, preme. Fuori da Palazzo Borromeo una manifestazione organizzata dai Radicali protestava contro i privilegi della “casta” Vaticana al grido “il Concordato va abrogato”. Al passaggio di monsignor Rino Fisichella, a chi contestava il valore dei suoi gioielli, il prelato ha risposto mostrando il crocifisso: “Con questa non ti ci compri neanche un caffè, questa è bigiotteria”.
di Caterina Perniconi | 17 febbraio 2012
di Caterina Perniconi | 17 febbraio 2012