Il 22 agosto è il giorno in cui il consumo di beni naturali nel mondo supera la quantità prodotta nell'intero 2012. Una data, calcolata dal Global Footprint Network di Londra, che ogni anno si sposta indietro: nel 1987 era il 19 dicembre. "Entro la metà del secolo ci serviranno due pianeti"
Vivere al di sopra dei propri mezzi? Si può fare: basta accumulare debiti, o dare fondo ai propri risparmi. Gli effetti, però, possono essere nefasti. L’economia globale non ha solo debiti finanziari, ma anche e soprattutto ambientali: oggi, a nemmeno due terzi del 2012, è già l’Overshoot Day, giorno in cui si sono esauriti i beni naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno. “Per sostenere i nostri elevati consumi, abbiamo liquidato le riserve di risorse e abbiamo permesso che la Co2 si accumulasse nell’atmosfera”, spiega il Global Footprint Network (Gfn), l’istituto di ricerca che da 25 anni calcola il deficit ecologico planetario.
Atteggiamento miope e pericoloso, avvertono gli scienziati, che non tiene conto di un aspetto fondamentale: “Mentre le economie, la popolazione e la domanda di risorse crescono, le dimensioni del nostro pianeta rimangono le stesse”. Urgono cambiamenti, dunque, perché “vivere in una situazione di Overshoot non è sostenibile nel lungo termine”. Scarsità idrica, desertificazione, ridotta produttività dei campi coltivati, collasso degli stock ittici e cambiamenti climatici: sono solo alcuni degli effetti del sovra-consumo di risorse che caratterizza gran parte delle economie globali. E che, dal 1961 a oggi, ha progressivamente aumentato, fino a raddoppiarlo, l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale.
Ma che cosa è l’Earth Overshoot Day? Concetto ideato dalla New economics foundation di Londra, si tratta in sostanza del rapporto fra la biocapacità globale (ossia l’ammontare di risorse naturali che la Terra è in grado di generare ogni anno) e l’impronta ecologica (la quantità di risorse e di servizi che richiede l’umanità); il tutto moltiplicato per il numero di giorni dell’anno (365). Il primo Overshoot Day dell’umanità è stato il 19 dicembre 1987, anche se i calcoli hanno stabilito che il “debito ecologico” è iniziato già negli anni ’70 dello scorso secolo. Tre anni dopo, nel 1990, il giorno del sovra-consumo era già passato al 7 dicembre, e dieci anni dopo (1997) al 26 ottobre. L’anno scorso il deficit ecologico è stato raggiunto il 27 settembre, ma quest’anno si è appunto riusciti a peggiorare ulteriormente: 22 agosto.
“Questo giorno è inteso come una indicazione piuttosto che la data esatta”, puntualizzano gli scienziati del Gfn: “Ma mentre non possiamo determinare con esattezza il giorno in cui sorpassiamo la soglia, sappiamo che ci stiamo spostando su un livello di domanda di risorse non sostenibile, e molto prima che l’anno sia finito”. Di questo passo, infatti, entro la metà del secolo il mondo avrà bisogno di due pianeti per far fronte alla sua voracità di beni naturali. A meno che, nei prossimi anni, non sarà in grado di ripensare i modi e i tempi dei suoi consumi.
“Mantenere questo andamento implicherebbe una diminuzione del nostro spazio di manovra e metterebbe sempre più a rischio il benessere di molti abitanti del pianeta”, avvertono gli studiosi. Più che una scelta una necessità, dunque: “È come spendere il proprio salario annuale in otto mesi, consumando i risparmi anno dopo anno”, fa notare Mathis Wackernagel, presidente del Gfn: “Abbastanza in fretta finireste il vostro capitale. Varie nazioni del mondo hanno iniziato a sperimentare dolorosamente cosa significa spendere più di ciò che si guadagna”, aggiunge Wackernagel: “La pressione sulle risorse è simile a quell’eccesso di spesa finanziaria e può diventare devastante. Con il deficit di risorse che diventa grande e il loro prezzo che rimane alto, il costo per le nazioni diventa insopportabile.”
Un circolo vizioso, insomma, che rischia di intrappolare l’umanità in una spirale negativa da cui sarebbe quasi impossibile uscire. “Se la limitazione delle risorse si rafforza ancora, vivremo la situazione di quando si tenta di risalire su una scala mobile che scende”, ricordava Wackernagel già lo scorso anno. Ribadendo un concetto importante, ma a tutt’oggi ignorato: “Ora che tentiamo di ricostruire le nostre economie sane e robuste, è il momento di proporre delle modalità che siano valide e adatte per il futuro”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/21/pianeta-terra-consumati-in-otto-mesi-anno-di-risorse/330696/
Atteggiamento miope e pericoloso, avvertono gli scienziati, che non tiene conto di un aspetto fondamentale: “Mentre le economie, la popolazione e la domanda di risorse crescono, le dimensioni del nostro pianeta rimangono le stesse”. Urgono cambiamenti, dunque, perché “vivere in una situazione di Overshoot non è sostenibile nel lungo termine”. Scarsità idrica, desertificazione, ridotta produttività dei campi coltivati, collasso degli stock ittici e cambiamenti climatici: sono solo alcuni degli effetti del sovra-consumo di risorse che caratterizza gran parte delle economie globali. E che, dal 1961 a oggi, ha progressivamente aumentato, fino a raddoppiarlo, l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale.
Ma che cosa è l’Earth Overshoot Day? Concetto ideato dalla New economics foundation di Londra, si tratta in sostanza del rapporto fra la biocapacità globale (ossia l’ammontare di risorse naturali che la Terra è in grado di generare ogni anno) e l’impronta ecologica (la quantità di risorse e di servizi che richiede l’umanità); il tutto moltiplicato per il numero di giorni dell’anno (365). Il primo Overshoot Day dell’umanità è stato il 19 dicembre 1987, anche se i calcoli hanno stabilito che il “debito ecologico” è iniziato già negli anni ’70 dello scorso secolo. Tre anni dopo, nel 1990, il giorno del sovra-consumo era già passato al 7 dicembre, e dieci anni dopo (1997) al 26 ottobre. L’anno scorso il deficit ecologico è stato raggiunto il 27 settembre, ma quest’anno si è appunto riusciti a peggiorare ulteriormente: 22 agosto.
“Questo giorno è inteso come una indicazione piuttosto che la data esatta”, puntualizzano gli scienziati del Gfn: “Ma mentre non possiamo determinare con esattezza il giorno in cui sorpassiamo la soglia, sappiamo che ci stiamo spostando su un livello di domanda di risorse non sostenibile, e molto prima che l’anno sia finito”. Di questo passo, infatti, entro la metà del secolo il mondo avrà bisogno di due pianeti per far fronte alla sua voracità di beni naturali. A meno che, nei prossimi anni, non sarà in grado di ripensare i modi e i tempi dei suoi consumi.
“Mantenere questo andamento implicherebbe una diminuzione del nostro spazio di manovra e metterebbe sempre più a rischio il benessere di molti abitanti del pianeta”, avvertono gli studiosi. Più che una scelta una necessità, dunque: “È come spendere il proprio salario annuale in otto mesi, consumando i risparmi anno dopo anno”, fa notare Mathis Wackernagel, presidente del Gfn: “Abbastanza in fretta finireste il vostro capitale. Varie nazioni del mondo hanno iniziato a sperimentare dolorosamente cosa significa spendere più di ciò che si guadagna”, aggiunge Wackernagel: “La pressione sulle risorse è simile a quell’eccesso di spesa finanziaria e può diventare devastante. Con il deficit di risorse che diventa grande e il loro prezzo che rimane alto, il costo per le nazioni diventa insopportabile.”
Un circolo vizioso, insomma, che rischia di intrappolare l’umanità in una spirale negativa da cui sarebbe quasi impossibile uscire. “Se la limitazione delle risorse si rafforza ancora, vivremo la situazione di quando si tenta di risalire su una scala mobile che scende”, ricordava Wackernagel già lo scorso anno. Ribadendo un concetto importante, ma a tutt’oggi ignorato: “Ora che tentiamo di ricostruire le nostre economie sane e robuste, è il momento di proporre delle modalità che siano valide e adatte per il futuro”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/21/pianeta-terra-consumati-in-otto-mesi-anno-di-risorse/330696/