martedì 21 agosto 2012

Il riscaldamento globale ci farà rimpicciolire?

Su un antico mammifero l'aumento delle temperature sortiva un effetto "restringente". Potrebbe accadere anche a noi?


Gli effetti del riscaldamento globale potrebbero riguardarci molto più da vicino di quanto già non sappiamo. Esiste infatti una correlazione tra temperatura esterna e taglia nei mammiferi: lo dimostra uno studio compiuto tracciando la storia evolutiva dei primi cavalli apparsi sulla Terra 56 milioni di anni fa.

La presenza di esemplari del genere Sifrhippus, primi antenati noti dei cavalli, è documentata da fossili rinvenuti in Nord America appartenenti al periodo del Massimo termico del Paleocene-Eocene, un evento climatico durato 175 mila anni in cui l'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera e negli oceani causò un innalzamento delle temperature globali di alcuni gradi. Analizzando le i fossili di Sifrhippus, alcuni ricercatori statunitensi hanno realizzato che l'animale cambiò più volte taglia in relazione alla temperatura: quando il termometro saliva, il mammifero si rimpiccioliva.

In particolare i ricercatori hanno osservato che gli Sifrhippus, con l'aumento delle temperature, si rimpicciolirono del 30% nell'arco di 130 mila anni, andando dai 5 chili e mezzo di peso circa ai 3,8: più o meno la taglia di un gatto domestico. Nei 45 mila anni successivi ricominciarono a crescere, raggiungendo i 6,8 chili. Lo studio è stato compiuto da ricercatori di 8 diversi istituti coordinati dalle università di Florida e Nebraska, e pubblicato su Science.
Per circa tre quarti dei mammiferi vale la cosiddetta regola di Bergmann (la massa corporea è inversamente proporzionale alla temperatura: pensate ai mammut lanosi). «Stiamo osservando che circa un terzo dei mammiferi stanno diventando più piccoli» commentano gli autori dello studio «ma i cambiamenti climatici tra Paleocene ed Eocene avvennero molto più lentamente rispetto a oggi, quindi i mammiferi ebbero più tempo per adattare la loro taglia alle temperature esterne. Non è chiaro se vedremo la stessa cosa accadere anche in futuro, ma è possibile».
Gli scienziati hanno preso in considerazione altri fattori legati ai cambiamenti climatici in grado di influire sulle dimensioni corporee, come aridità del suolo, aumento della CO2, abbondanza di cibo o necessità di conservare il calore interno, ma, almeno nel caso degli Sifrhippus, principale responsabile del cambiamento di misura sembrerebbe essere stata direttamente l'oscillazione di temperatura.

Dovremo abituarci all'idea di abbassarci di qualche centimetro? Forse. Nel frattempo, potremmo provare a rimandare l'evento lavorando sulle cause del riscaldamento globale.