Sempre più stati degli Usa puntano a limitare la libertà di scelta delle donne in materia di aborto, con una serie di restrizioni nelle norme. Tra gli ultimi casi, quelli di North Dakota, Missouri, Oklahoma e quello dell’Arizona. Negli Usa, la tendenza ormai è quella di criminalizzare sempre più l’interruzione di gravidanza e i medici che lo praticano. Nonché di togliere dal curriculum di studi per gli studenti di medicina le tecniche abortive.
Così i medici che effettuano interruzioni di gravidanza sono sempre meno e incontrano maggiori difficoltà. E anche le cliniche che praticano aborti chiudono. Lo denuncia sull’Huffington Post Anu Kumar, vicepresidente dell’Ipas, un’organizzazione non governativa che dal 1973 combatte la piaga dell’aborto clandestino. Permettendo anche alle donne dei paesi in via di sviluppo l’accesso ad una più sicura interruzione di gravidanza, in modo da non comprometterne la salute.
La nuova legge del Wisconsin sull’interruzione di gravidanza impone che il medico sia presente fisicamente nel corso dell’intero processo, anche quando la donna si limita a prende le pillole come la RU486. Viene espliticamente vietato che il dottore possa seguire la donna tramite webcam, di fatto tagliando fuori dall’assistenza coloro che vivono in aree isolate o dove gli aborti non sono praticati perché monopolizzate dagli obiettori di coscienza. E per i trasgressori la pena arriva a tre anni di prigione e a 10mila dollari di multa. Una normativa che complica la procedura, mettendo limiti rigidissimi e che finisce per intimidire i medici.
Gli Usa, invece di tutelare i diritti delle donne, si avvicinano a paesi come il Brasile. Dove, su pressione della Chiesa cattolica e delle confessioni religiose, si punta a limitare l’accesso all’aborto per le donne. La nuova strategia degli anti-abortisti, denuncia Kumar, è di arrivare al bando dell’interruzione di gravidanza “un passo alla volta”. Introducendo cioè dei limiti e procedure complicate, impedendo di prescrivere le pillole abortive e criminalizzando al contempo i medici che effettuano aborti. Un gioco che si fa, ancora una volta, proprio sulla pelle delle donne.
http://www.uaar.it/news/2012/05/03/usa-sempre-piu-limiti-complicazioni-stati-contro-accesso-aborto/
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