Prima condanna in Russia per la discussa legge contro la "propaganda" gay.
E’ possibile essere multati per aver fatto della “propaganda omosessuale”? Si, se vi trovate in Russia.
PROPAGANDA OMOSESSUALE - Foxnews ci racconta di un attivista per i diritti dei gay tra i più famosi del Paese, Nikolai Alexeyev, condannato dal tribunale di San Pietroburgo al pagamento di una multa di 170 dollari per aver infranto una legge introdotta nella seconda città più grande del Paese lo scorso febbraio. Alexeyev ha annunciato che presenterà appello alla decisione del tribunale mentre secondo gli attivisti per i diritti dei gay questa legge potrebbe essere l’arma ideale per bloccare le manifestazioni degli omosessuali.
OFFESA - La corte di San Pietroburgo ha ritenuto che il picchetto in solitaria all’esterno del Municipio (l’edificio storico indicato come Smolny) lo scorso 12 aprile fosse propaganda delle relazioni omosessuali tra minorenni. L’attivista reggeva un cartellone con la scritta: “L’omosessualità non è una perversione. Perversione è l’hockey sull’erba o il balletto sul ghiaccio”. “La condanna a me è una condanna a Faina Ranevskaya” ha spiegato Alekseev, tirando in ballo la più famosa attrice di epoca sovietica, la Paola Borboni di Russia. “Quanto era scritto sul mio cartellone era infatti una citazione della Ranevskaya”. Quindi secondo il leader del LGBT, oltre ad essere ingiusta, la condanna è anche insultante per la memoria dell’attrice.
LA COLPEVOLEZZA - Per dimostrare la sua colpevolezza, il giudice ha letto diverse dichiarazioni di testimoni che hanno chiesto di punire Alekseev, asserendo che le sue azioni potrebbero essere dannose per i loro figli. Durante l’udienza Alekseev ha negato tutte le accuse di propaganda dell’omosessualità. Ha detto che voleva dimostrare che l’omosessualità non è una malattia e che gli omosessuali hanno gli stessi diritti delle altre persone.
L’ODIO VERSO MOSCA - Ma la situazione sta facendosi molto complicata in Russia. I deputati del consiglio comunale di Mosca stanno discutendo l’adozione di una legge anti-gay simile a quella già in vigore a San Pietroburgo. Non solo. Nella capitale hanno addirittura intenzione di ampliare il suo campo di applicazione, vietando ogni tipo di “propaganda sessuale”, e spingendo l’iniziativa pure a livello federale. L’omosessualità in Russia è stata depenalizzata nel 1993, ma nonostante siano passati 19 anni la popolazione guarda gli omosessuali con fastidio. Alexeyev aveva presentato una richiesta al sindaco di Mosca Yuri Luzhkov per l’organizzazione di un gay pride ma gli è stato vietato con la giustificazione che si trattava di un’iniziativa “satanica”.
LA RUSSIA CONTRO I GAY - Il successore di Luzhkov, Sergei Sobyanin, ha seguito l’esempio del suo predecessore affermando che questo tipo di manifestazioni potrebbero offendere i sentimenti religiosi di molti russi. Alexeyev ha però deciso di lottare, visto che porterà il suo caso all’attenzione della Corte Costituzionale russa e presso la Corte Europea per i diritti dell’Uomo. Intanto nel Paese la norma di San Pietroburgo ha trovato proseliti visto che il Parlamento Russo ha votato una norma che prevede una multa di 17 mila dollari per tutti coloro che fanno “propaganda omosessuale”. Secondo gli attivisti con questa norma il governo non avrà più bisogno di motivare qualsiasi azione. Cavarsela con una multa e stop.
ANDIAMO AVANTI - Ma il movimento per i diritti degli omossessuali non demorde: dopo aver accusato persino Madonna di aver tradito la causa, non avendo annullato il suo concerto a San Pietroburgo il prossimo agosto, la LGBT lancia la sfida con un doppio appuntamento. “Questo mese organizzeremo il gay pride a Mosca. Si terrà il 27. Lo faremo anche a San Pietroburgo – nonostante la legge – il 7 luglio”, ha annunciato l’attivista, ben conscio delle ulteriori difficoltà che ci saranno. Da sempre le componenti omofobiche della società russa si scagliano contro le manifestazioni dell’orgoglio omosessuale, e ora le leggi anti gay rischiano di non fermarsi solo alla capitale degli zar. “Perchè si stanno diffendendo queste norme? E’ stata principalmente una campagna di Pr, in periodo elettorale. Ma non è una consolazione e faremo ricorso alla Corte europea”.
http://www.giornalettismo.com/archives/291426/dove-dire-omosessualita-e-reato/