Polemiche in Irlanda tra il primate della Chiesa Cattolica e il colosso delle comunicazioni per il caso del sacerdote Brendan Smyth
E' polemica in Irlanda tra il primate della Chiesa cattolica, il cardinale Sean Brady, e la Bbc, che ha ritirato fuori l'accusa, già sollevata contro il porporato nel 2010, di aver insabbiato, nel passato, le accuse ad un prete pedofilo, aggiungendo alcuni dettagli sulle sue responsabilità.
Nel pieno dello scandalo sugli abusi sessuali del clero avvenuti nei decenni passati, nel 2010, emerse che il cardinal Brady, ora arcivescovo di Armagh, aveva preso parte, quando era semplice sacerdote, all'interrogatorio di una vittima di un prete pedofilo seriale, padre Brendan Smyth. Interrogatorio che, intimando il silenzio alla vittima, si era concluso con un insabbiamento delle accuse. Ora il programma 'This World' della Bbc, in onda il primo maggio col titolo 'La vergogna della Chiesa cattolica', ha reso noti gli appunti presi in quell'occasione da Brady, rivelando che l'attuale primate della Chiesa irlandese venne a conoscenza dei nomi e degli indirizzi di altre vittime dello stesso prete pedofilo, senza prendere alcuna misura per proteggerli.
In una lunga nota diffusa oggi dalla conferenza episcopale irlandese, il cardinale afferma che "il programma 'This World' ha deciso di esagerare e travisare volutamente il mio ruolo in questi eventi". Dopo aver ribadito il ruolo notarile da lui svolto durante l'interrogatorio (da "note taker") ed aver sostenuto - con il sostegno di una dichiarazione di mons. Charles J. Scicluna, promotore di Giustizia della congregazione vaticana per la Dottrina della fede - che la responsabilità per il prete pedofilo non era sua, ma dei superiori gerarchici dello stesso sacerdote, il card. Brady ha affermato di essere "profondamente dispiaciuto che persone che avevano l'autorità e la responsabilità per affrontare in modo adeguato il caso di Brendan Smyth, non lo hanno fatto con conseguenze tragiche e dolorose per quei bambini che poi ha così crudelmente abusato".
"Come altri - ha scritto ancora l'arcivescovo - mi sento tradito da chi aveva l`autorità nella Chiesa per fermare Brendan Smyth e non ha agito sulla base delle prove che ho dato loro. Tuttavia, accetto il fatto di aver fatto parte di una non benefica cultura di deferenza e di silenzio nella società e nella Chiesa, che fortunatamente è ormai un ricordo del passato". Per Brady "è importante riconoscere che oggi sia la Chiesa che lo Stato hanno procedure adeguate e robuste in atto per rispondere alle accuse di abusi contro i bambini. Appoggio pienamente queste nuove procedure che includono l`obbligo di segnalare tempestivamente queste accuse alle autorità civili. Ho lavorato con gli altri nella Chiesa per mettere in atto queste nuove procedure e non vedo l`ora di continuare quel lavoro fondamentale negli anni a venire". Quando la storia dell'interrogatorio fini sui mass media, nel 2010, il card. Brady affermò di aver preso in considerazione le dimissioni da primate della Chiesa irlandese.