martedì 3 luglio 2012

Punizione esemplare: chiuso l’ente che ha contribuito al film su Eluana. Bellocchio: “Prigionieri dell’ideologia”

L’accanimento continua post mortem. E la memoria di Eluana Englaro non trova pace nel circo decadente della politica dei partiti che perpetua a strumentalizzarne la vicenda altalenando attacchi a mea culpa sul film di Marco Bellocchio, che dai quei fatti ha solo tratto ispirazione. Stavolta il capro espiatorio è la Film Commission del Friuli Venezia Giulia, brutalmente smantellata dal Consiglio Regionale di presidenza Pdl per litanici “motivi di crisi e risparmio”. Certo, perché 270 mila euro annui spesi per mantenere l’Ente operativa dal 2003 – che solo nel 2011 ha generato oltre 13 milioni di euro d’indotto sul territorio dando lavoro a 241 figure professionali, senza parlare dell’eccellenza aggiunta all’immagine della Regione – sono parsi davvero insostenibili agli occhi di una Giunta in preda al delirio da rappresaglia.

Il dichiarato risparmio traveste nella realtà un diktat “morale” contro il probabile “emendamento paracadute” oggi in delibera, che dovrebbe ripristinare i 330 mi-la euro tagliati a inizio anno (e retroattivamente) dalla cattolicissima Lega con il sostegno di altre forze devote e “trasversali” ad alcune produzioni fra le quali tre film: The Best Offer di Giuseppe Tornatore (Paco Cinematografica), la fiction Rai Un caso di coscienza e Bella addormentata di Bellocchio (Cattleya), il vero bersaglio dell’azione. Vale la pena ricordare che quei fondi – afferenti al Film Fund di gestione della Film Commission oggi coi lucchetti – sono finora stati elargiti con un virtuoso meccanismo di attribuzione che esclude manipolazioni politiche. La vendetta è arrivata: rivolete i soldi per placare i produttori e (soprattutto) evitare di esasperare le già avvenute figuracce con l’opinione pubblica? Perfetto. Ma in cambio chiudiamo la FVG Film Commission trasferendo la gestione del Film Fund all’Ente Turismo FVG, cioè direttamente alla Regione.

Il gioco della casta è stato condotto da destra-centro-sinistra a mo’ di staffetta priva di innocenti ed anzi, satura di miopie rispetto al suo naturale effetto boomerang. “Il mantenimento della nostra Film Commission è il secondo meno caro tra quelle a base regionale”, spiega Federico Poilucci, presidente della FVG Film Commission. “Siamo stati i primi in Italia a dotarci di un vero e proprio fondo per il cinema sul territorio, facendo scuola alle altre Film Commission, che oggi in Italia sono 23, e mettendo in campo una pratica che si basava esclusivamente sulla contabilità estranea agli inciuci della politica”.

Grazie a quel Film Fund sono stati chiusi i budget di film di ogni genere, d’autore o da botteghino: Come dio comanda di Salvatores, La ragazza del lago di Molaioli, La sconosciuta di Tornatore ma anche Amore, bugie e calcetto di Lucini. La punizione di chi ha voluto contribuire alla produzione di Bella addormentata di Marco Bellocchio si estenderà nel tempo all’intero sistema-cinema già zoppicante, a sintomo dell’ennesimo degrado di un Paese intrappolato e censorio.

Bellocchio: “Prigionieri dell’ideologia”
Come ha preso questo nuovo capitolo d’accanimento che coinvolge Bella addormentata? Non mi ha sconvolto, ma riguardando un film che ovviamente nessuno ha ancora visto, mi appare il gesto d’insipienza da parte di una classe politica giunta alla disperazione finale. Perché non dimentichiamoci che buona parte di essa tra non molto scomparirà o verrà fortemente ridimensionata. Punire una Film Commission solo per compiacere il consenso di un certo fronte cattolico mi sembra totalmente assurdo, perché alla fine questi politici dimostrano di disprezzare la gente e l’opinione pubblica. Spero soltanto che una nuova maggioranza si costituisca presto e si metta al lavoro.

Perché l’Italia sembra provare gusto a farsi del male con decisioni a evidente effetto boomerang? Con il passare degli anni ho imparato a dare più peso al valore del “buon senso”. E il “buon senso” direbbe che questa cosa non ha senso.

Era consapevole delle polemiche che il tema del suo film conteneva in sé, ma immaginava si sarebbe arrivati a tanto? I professionisti locali con cui ho lavorato sono stati molto tolleranti, non si sono mai verificati “incidenti” di percorso, neppure col sindaco che si è mostrato disponibile seppur prudente. Certo, i politici ci hanno negato i fondi e già quello non era un buon segno. Ma il vero problema è un altro, ovvero il tipo di approccio ideologico e non laico al film, qualcosa che ho già sperimentato con Buongiorno, notte, ad esempio.

In arrivo altri guai, dunque?
Ora non so cosa potrà ancora succedere, l’auspicio è che la gente andrà a vedere il film per quello che è, anche se conosco bene il meccanismo messo in campo davanti al cinema dal tema cosiddetto “delicato”. Come dicevo, con Buongiorno, notte certi “ideologhi” se ne sono infischiati dei pregi o limiti del film a vantaggio di una propria verità. Temo, anzi, sono certo, che questo accadrà anche con Bella addormentata. Fortunatamente, negli anni, alcuni hanno fatto retromarcia chiedendomi scusa “di aver preso un abbaglio”.

Il punto è che gli “abbagli” rischiano di perpetrare le ferite alla famiglia Englaro. Peppino Englaro gode della mia massima stima, e so per certo che ormai non ha più bisogno di quel tipo di “sostegno”. Gli Englaro sanno perfettamente che il mio film sfiora solamente il dramma di Eluana, andando a generare storie inventate. Il rapporto con loro è sempre stato nutrito di estremo rispetto e profonda delicatezza.

di Anna Maria Pasetti, da Il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2012

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