Il Presidente del Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR, Luigi Berlinguer, membro della commissione cultura del Parlamento Europeo, nel ricordare il rogo che ha distrutto Città della Scienza, richiama ad una solidarietà e una ricostruzione che promuovano, come ricordato dal capo dello Stato, un'idea di paese diversa, basata sulla formazione, sulla cultura e sull'investimento nella ricerca.
La Città della Scienza nasce in un luogo simbolo, nell’ex area industriale di Bagnoli. Colpita dalla crisi industriale di fine anni ’80, è stata fatta rinascere grazie all’inventiva e all’impegno di un uomo, Vittorio Silvestrini che ha creato la fondazione IDIS a cui si deve la Città della Scienza. È stata la dimostrazione di come da un’area depressa possa rinascere una realtà vivace nel segno della cultura, in particolare della cultura scientifica. L’idea è nata ai primi anni ’90 e divenuta realtà all’inizio del 2001. Ha così rappresentato uno dei modelli su cui Napoli è cresciuta e si è sviluppata.
Ma soprattutto è stata un luogo che ha fatto della diffusione della cultura scientifica e della formazione dei tanti ragazzi (decine, migliaia, centinaia di migliaia) che hanno attraversato le sale di questa splendida realtà, il principale scopo della propria attività. E che, dicono quanti ci lavorano, resterà tale, perché non si fermeranno. In un paese in cui la cultura scientifica è soffocata dall’imperante cultura cosiddetta umanistica (come se questa distinzione avesse senso), la Fondazione IDIS e la sua Città della Scienza sono stati modello ispiratore anche per altre importante realtà, come il Festival della Scienza di Genova o Bergamoscienza, realtà nate anch’esse all’inizio degli anni 2000.
Il rogo di questa notte, però, piaga un’istituzione che negli ultimi tempi, colpevole la crisi e un più generale disinteresse per la cultura, riusciva ad andare avanti prevalentemente grazie all’impegno dei molti che si sono dedicati a questo progetto divenuto realtà. È ora il momento non solo della solidarietà, come da più parti del mondo scientifico e della divulgazione scientifica si è chiesto, ma anche del rilancio di un’idea di paese che sembra essersi smarrita. Come ha giustamente sottolineato il Presidente Napolitano, bisogna rimettere al primo posto dell’agenda Italia l’educazione, la diffusione della cultura, l’investimento nella ricerca.
*Presidente del Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR
http://www.media.inaf.it/2013/03/05/ricostruire-per-unitalia-diversa/
Nella notte un incendio distrugge quasi completamente il museo scientifico interattivo nell'area ex Italsider di Bagnoli, a Napoli. Vanno a fuoco dodicimila metri quadrati di strutture espositive. Ancora poco chiare le cause. "Non abbiamo intenzione di chiudere qui", spiega a Media Inaf il direttore di Città della Scienza Luigi Amodio.
Un vastissimo incendio ha praticamente distrutto, questa sera, il museo scientifico de la Città della Scienza, uno dei gioielli culturali di Napoli oltre che uno dei suoi più validi attrattori turistici, con una media di 350 mila visitatori l’anno. Ancora ignote le cause, con la sola certezza che non vi sono feriti né vittime.
I danni sono ingentissimi, come ci conferma Luigi Amodio, Direttore de la Città della Scienza: “E’ andato distrutto l’intero museo scientifico interattivo, circa 12,000 metri quadri di aree espositive con i contenuti. L’incendio è scoppiato ieri sera e si è propagato molto velocemente. Siamo in attesa delle indagini da parte di polizia e vigili del fuoco per capire le cause”.
In poche ore è andato in fumo un polo – nato dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis – che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese.
Il primo embrione del progetto risale agli anni Novanta; nel 2001 l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo, man mano ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nello scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l’era dell’acciaio e dell’Italsider, aveva visto proprio in Città della Scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere.
“Abbiamo avuto centinaia di migliaia di visitatori, siamo diventati un modello per altre istituzioni, non abbiamo intenzione di chiudere qui” chiarisce Amodio. “Vogliamo continuare il nostro lavoro, ma dovremo capire dove e quando. Ci sono già delle idee, e potrete seguire sul nostro sito le iniziative per la ricostruzione”. E su Facebook circola già un appello per raccogliere fondi per ricostruire Città della Scienza.
Ascolta l’intervista a Luigi Amodio, Direttore della Fondazione IDIS – Città della Scienza
http://www.media.inaf.it/2013/03/05/il-rogo-di-citta-della-scienza/
Ma soprattutto è stata un luogo che ha fatto della diffusione della cultura scientifica e della formazione dei tanti ragazzi (decine, migliaia, centinaia di migliaia) che hanno attraversato le sale di questa splendida realtà, il principale scopo della propria attività. E che, dicono quanti ci lavorano, resterà tale, perché non si fermeranno. In un paese in cui la cultura scientifica è soffocata dall’imperante cultura cosiddetta umanistica (come se questa distinzione avesse senso), la Fondazione IDIS e la sua Città della Scienza sono stati modello ispiratore anche per altre importante realtà, come il Festival della Scienza di Genova o Bergamoscienza, realtà nate anch’esse all’inizio degli anni 2000.
Il rogo di questa notte, però, piaga un’istituzione che negli ultimi tempi, colpevole la crisi e un più generale disinteresse per la cultura, riusciva ad andare avanti prevalentemente grazie all’impegno dei molti che si sono dedicati a questo progetto divenuto realtà. È ora il momento non solo della solidarietà, come da più parti del mondo scientifico e della divulgazione scientifica si è chiesto, ma anche del rilancio di un’idea di paese che sembra essersi smarrita. Come ha giustamente sottolineato il Presidente Napolitano, bisogna rimettere al primo posto dell’agenda Italia l’educazione, la diffusione della cultura, l’investimento nella ricerca.
*Presidente del Comitato per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica del MIUR
http://www.media.inaf.it/2013/03/05/ricostruire-per-unitalia-diversa/
Il rogo di Città della Scienza
Nella notte un incendio distrugge quasi completamente il museo scientifico interattivo nell'area ex Italsider di Bagnoli, a Napoli. Vanno a fuoco dodicimila metri quadrati di strutture espositive. Ancora poco chiare le cause. "Non abbiamo intenzione di chiudere qui", spiega a Media Inaf il direttore di Città della Scienza Luigi Amodio.
Un vastissimo incendio ha praticamente distrutto, questa sera, il museo scientifico de la Città della Scienza, uno dei gioielli culturali di Napoli oltre che uno dei suoi più validi attrattori turistici, con una media di 350 mila visitatori l’anno. Ancora ignote le cause, con la sola certezza che non vi sono feriti né vittime.
I danni sono ingentissimi, come ci conferma Luigi Amodio, Direttore de la Città della Scienza: “E’ andato distrutto l’intero museo scientifico interattivo, circa 12,000 metri quadri di aree espositive con i contenuti. L’incendio è scoppiato ieri sera e si è propagato molto velocemente. Siamo in attesa delle indagini da parte di polizia e vigili del fuoco per capire le cause”.
In poche ore è andato in fumo un polo – nato dall’intuizione di Vittorio Silvestrini, presidente della fondazione Idis – che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese.
Il primo embrione del progetto risale agli anni Novanta; nel 2001 l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo, man mano ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nello scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l’era dell’acciaio e dell’Italsider, aveva visto proprio in Città della Scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere.
“Abbiamo avuto centinaia di migliaia di visitatori, siamo diventati un modello per altre istituzioni, non abbiamo intenzione di chiudere qui” chiarisce Amodio. “Vogliamo continuare il nostro lavoro, ma dovremo capire dove e quando. Ci sono già delle idee, e potrete seguire sul nostro sito le iniziative per la ricostruzione”. E su Facebook circola già un appello per raccogliere fondi per ricostruire Città della Scienza.
Ascolta l’intervista a Luigi Amodio, Direttore della Fondazione IDIS – Città della Scienza
http://www.media.inaf.it/2013/03/05/il-rogo-di-citta-della-scienza/