L'ultimo caso è un documentario sull'Islam, ma la storia è piena di esempi
La censura è una pratica vicina a ogni credo. Quando arriva l’elemento ribelle, la Chiesa lo blocca ma ci sono anche i fedeli a contribuire alla difesa della fede: la storia ha consegnato centinaia di esempi e l’ultimo arriva dalla tv britannica.
IL CASO – Channel 4 ha annullato la proiezione di un documentario sulla storia dell’Islam dopo le minacce ricevute dal presentatore. “The Untold Story” ha attivato la coda luminosa di più di mille denunce da quando è stato trasmesso. Tom Holland è stato minacciato on-line con una valanga di messaggi aggressivi su Twitter e un portavoce della televisione ha detto: “Per garantire la sicurezza di Holland abbiamo cancellato con dispiacere la proiezione di The Untold Story. Siamo orgogliosi del film e si “. La proiezione sarebbe dovuta avvenire alla presenza di opinionisti e storici presso la sede londinese dell’emittente.
ARTE BLASFEMA- A giugno, una mostra d’arte ritenuta blasfema, provocò gravi disordini in Tunisia. Il motivo? Il nome di Dio scritto in arabo utilizzando degli insetti come caratteri. I musulmani salafiti hanno aggredito le forze dell’ordine e attaccato tribunali e edifici pubblici. La polizia ha tentato di calmare la situazione, utilizzando gas lacrimogeno. Sono finite in carcere 165 persone e un funzionario del ministero degli Interni, Mohamed Fadhel Saihi ha dichiarato: “Saranno portati davanti alla giustizia sotto la legge anti-terrorismo decretata nel 2003″. Le opere d’arte, quando feriscono la sensibilità dei fedeli, rischiano la distruzione come è successo al “Piss Christ” di Andres Serrano o al film “Totò contro tutti” che venne censurato alla vigilia dell’uscita nelle sale. Il film venne ritenuto “degradante per “la dignità del popolo siciliano, del mondo italiano e dell’umanità, offensivo del buon costume, con esplicito disprezzo verso il sentimento religioso e contenente scene blasfeme e sacrileghe, intrise di degrado morale”.
LA MADONNA CHE PIANGE - L’opera è stata presa a martellate durante l’esposizione presso il museo di Avignone. A niente è valsa la sicurezza della struttura, “Immersion Piss Christ” è stato rovinato da quattro giovani con occhiali neri. Le offese alla religione si pagano care e un mare di polemiche ha investito l’opera che vede la Madonna piangere sperma: per sedare gli animi, entrarono nella discussione Giovanni Melandri, ministro della Cultura del tempo e l’amministrazione locale guidata da Cofferati.
IL CROCIFISSO - E ancora, un crocifisso di Federico Solmi è finito in tribunale: l’opera mostrava un papa in croce con una erezione. L’esposizione alla mostra Arte Fiera.Art Firt a Bologna suscitò molte critiche: “Mi sembra normale fare satira su un potere millenario come la chiesa — aveva detto l’artista — e ci tengo a dire che non c’è nessun riferimento al Papa attuale perché non ho alcun interesse a farlo. Il mio è un papa assolutamente di fiction che uso per parlare di potere e della gente che lo utilizza per devastare le vite altrui”.
IL FUMETTO – La censura arriva anche nei fumetti: ”Le avventure di JoJo” è stato bloccato in seguito a un dibattito sul Corano: “Siamo in attesa di sapere da Shueisha come procedere. La questione di Dio Brando che legge il Corano (cosa che avviene solo nella versione a cartoni animati) ha bloccato tutto ciò che riguarda le prime tre serie a fumetti de Le Bizzarre Avventure di JoJo. Probabilmente verranno modificate alcune tavole del manga che pare abbiano offeso una parte della comunità musulmana. Noi avevamo già in programma Phantom Blood (JoJo I) a partire dal prossimo inverno: vedremo se riusciremo a stare entro tempi, come previsto, nell’attesa che vengano chiariti tutti i dubbi in materia” ha riferito Andrea Baricordi.
LA RISPOSTA – Paolo IV nel 1973 rispose così a chi aveva intenzione di far circolare un film ritenuto “un turpe film erotico su Gesù Cristo”: “Non possiamo noi stessi tacere la nostra pena personale per l’ignobile e blasfemo oltraggio, in cui si intende deformare la figura intangibile del nostro Salvatore, supremo oggetto della nostra fede e del nostro amore. Ne rimarrà offesa tutta la religione cristiana. Anche molti Protestanti hanno già apertamente reagito. Non può essere invocata, a noi pare, nel caso presente, la libertà dell’arte, della storia, della cultura, e nemmeno di certe tendenze mistiche filocristiane di alcuni gruppi di gioventù moderna, per giustificare un simile vilipendio, a quanto si dice, di ciò che il mondo ha di più sacro, e il popolo credente ha di più caro. Cristo è fatto zimbello di sacrileghe ed immonde falsità: questa è la realtà. Dov’è la nostra comune coscienza morale e civile? Possiamo ammettere che si degradi a tal punto la nostra convivenza sociale?”. Insomma, Dio non si tocca. Nemmeno con un’opera d’arte.
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