martedì 20 dicembre 2011

Olanda-shock: quando il vescovo “organizza” i pedofili

Ancora una bufera per la Chiesa olandese: il presule Philippe Bär, per dieci anni alla guida della diocesi di Rotterdam , accusato di supporto organizzativo a un’associazione pedofila

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
Olanda: clero e pedofilia Vescovo e capo di una «gang» di pedofili. Il presule Philippe Bär (che per un decennio ha guidato la diocesi più importante dei Paesi Bassi, dal 1983 al 1993) è sospettato di aver fornito supporto organizzativo ad un’associazione la cui finalità era quella di abusare sessualmente di minori. E di averne a sua volta fatto parte.


Nel 1993 il capo della diocesi di Rotterdam lasciò improvvisamente il suo incarico per ritirarsi in nell’abbazia benedettina di Chevetogne, in Belgio. In Olanda la Chiesa è sempre più nella bufera. Dopo la deriva d’Irlanda, nel «clero infedele» si allarga il fronte olandese. Prima le conclusioni-choc della commissione indipendente sulla pedofilia (molestato un bambino su cinque entrato in contatto con istituzioni ecclesiastiche), adesso l’accusa diabusi sessuali rivolta al vescovo emerito di Rotterdam.



Insomma, la Chiesa olandese non riesce ad arginare gli scandali. Ad agosto una commissione aveva proposto di compensare le vittime e i vescovi hanno approvato con una votazione le soluzioni individuate. Il costo totale dei risarcimenti supererà i cinque milioni di euro. L’indennizzo sarà calcolato «sulla base della gravità dell’abuso commesso», specifica l’episcopato olandese. Nei Paesi Bassi da due anni lo scandalo-pedofilia sta dilaniando la Chiesa cattolica e un’inchiesta governativa ha censito migliaia di casi di abusi compiuti all’interno delle istituzioni religiose, molti dei quali approdati nelle aule dei tribunali. A partire dalle violenze sessuali in un collegio cattolico della cittadina di Heerenberg. I vescovi dei Paesi Bassi riconoscono pubblicamente l’esigenza di «recuperare la fiducia», facendo giustizia «perché ci sia penitenza del clero e guarigione delle vittime». I «grandi errori della dirigenza della Chiesa possono averne minata la credibilità», perciò «i vescovi e i superiori degli ordini devono assumersi le proprie responsabilità e affrontare le critiche». In totale 137 tra preti, frati e suore sono coinvolti nello scandalo. Le denunce descrivono l’ambiente di omertà e paura che impediva di denunciare pubblicamente le violenze. La Santa Sede pretende dall’episcopato nazionale una linea totalmente votata alla trasparenza dopo anni di politiche poco chiare in Olanda.


Dunque, lo scandalo pedofilia affonda la Chiesa «liberal», il laboratorio che, con il suo «catechismo» ultramoderno e l’interpretazione progressista del Concilio Vaticano II, intendeva modernizzare la fede e portare aria nuova nei Sacri Palazzi. Dal 1945 al 2010 in Olanda decine di migliaia di bambini e ragazzi hanno subito abusi sessuali in istituti ecclesiastici e centri cattolici. La commissione d’inchiesta indipendente presieduta dall’ex ministro Wim Deetman è arrivata a una conclusione-choc identificando 800 autori di abusi (preti e personale laico), di cui 150 viventiUn minore su cinque tra quelli entrati in relazione con strutture della Chiesa olandese dal 1945 al 2010 è stato costretto a subire abusi.


Perciò, si avvera la «profezia» di Benedetto XVI. Nella lettera ai cattolici d’Irlanda, il Papa aveva indicato tra le cause degli abusi i costumi rilassati del clero e l’accresciuta tolleranza «post-68» verso la libertà sessuale. Il disastro nella super-aperta Chiesa olandese gli dà ragione. Le gerarchie si impegnano adesso a «rendere giustizia alle vittime e ad aiutarli a guarire nella misura del possibile», ma le attuali procedure non bastano: «Può essere fatto ancora molto per aiutare le vittime e vogliamo contribuire personalmente a ciò». Ratzinger si è impegnato più di chiunque altro contro gli abusi del clero. Gli insabbiamenti vengono puniti: nel mondo 40 vescovi sono stati rimossi.


Recentemente è uscita la notizia shock del prete salesiano olandese di 73 anni – si conoscono soltanto le iniziali,padre van B. – che era salito agli onori della cronaca in quanto dichiaratamente appartenente alla Martijn, un’associazione legalmente riconosciuta in Olanda e che sostiene le relazioni pedofile: “Sono perfettamente legittime” dicono, “seppure discriminate dalla società”. Non era solo van B. a sostenere la legittimità della pedofilia ma anche padre Herman Spronck, superiore dei salesiani in Olanda, la cui intervista concessa a Rtl News ancora oggi fa impazzire il Web. Padre Spronck, in sostanza, appoggia von B. e sostiene che se il bambino è consenziente il rapporto sessuale con un adulto è legittimo. Dice: “Dipende dal bambino. Non si deve mai entrare nello spazio personale del bambino se non lo vuole. Ma ci sono bambini che indicano loro stessi che è ammissibile. In questo caso anche un contatto sessuale è possibile”. Padre Spronck entra nel merito anche del seminario dove lui, assieme a tanti altri sacerdoti olandesi, ha studiato negli anni Cinquanta e Sessanta. Dice che erano tutti maschi, che non vedevano mai le ragazze, “e per questo era normale che nascessero certe tendenze”.La notizia dall’Olanda è immediatamente arrivata in Italia e a Roma. E ha provocato la reazione decisa della curia generalizia dei salesiani che ha condannato in una nota le dichiarazioni di Spronck dicendo che “il rispetto pieno e totale dei bambini, dei ragazzi e dei giovani rimane per noi un’opzione fondamentale e irrinunciabile”. E ancora: “Essere membro di tale associazione è assolutamente incompatibile con i principi e i valori della tradizione salesiana”. Nella chiesa olandese in pochi sostengono la legittimità della posizione dei due salesiani. Il dibattito è semmai aperto – e a tratti parecchio aspro – sulla genesi teologica e storica della posizione dei due. La domanda è una: cosa porta uomini di chiesa a sostenere che la pedofilia è un qualcosa di legittimo?
Per alcuni tutto è nato dopo il Concilio Vaticano II quando la chiesa olandese spingeva, molto più di altre chiese, per riformare in senso aperto e liberal il suo stesso Dna.Fu il cardinale Bernard Jan Alfrink, arcivescovo di Utrecht, a pubblicare con l’appoggio di diversi teologi (tra questi il domenicano Edward Schillebeeckx) un nuovo catechismo portatore di grandi aperture sui temi dell’omosessualità, dell’aborto, delle pratiche anticoncezionali, del sacerdozio delle donne, del celibato dei preti. Per altri, invece, queste posizioni, seppure non condivisibili in alcun modo, sono il segnale di una chiesa che non elude certi problemi e che di questi problemi vuole parlare. Fino a pochi mesi fa il principale interprete di questa chiesa aperta al mondo e al suo spirito era Adrianus Herman van Luyn, vescovo di Rotterdam, anch’egli salesiano. Il 18 gennaio il Papa ha accettato le sue dimissioni per raggiunti limiti di età. Intanto il costo totale dei risarcimenti già concordati supererà i cinque milioni di euro.