L’ indice di secolarizzazione in Italia è in continua ascesa. I comportamento degli italiani – certificati dall’ Istat, dalla Cei, dal Miur, dal Ministero della Salute e dall’ Annuario Statistico della Chiesa Cattolica, dimostrano – numericamente – che siamo sempre più “laici”.
Ma che allo stesso tempo, aumenta la capacità della Chiesa di organizzarsi, di incidere nella società attraverso i servizi sociali, la politica, i media, soprattutto la televisione.
Ma che allo stesso tempo, aumenta la capacità della Chiesa di organizzarsi, di incidere nella società attraverso i servizi sociali, la politica, i media, soprattutto la televisione.
Il settimo rapporto sulla secolarizzazione in Italia sarà presentato oggi dalla fondazione Critica Liberale e dall’ Ufficio Nuovi diritti della Cgil.
Al suo interno, c’è uno studio specifico e del tutto nuovo sulla presenza della Chiesa, delle sue gerarchie e del suo messaggio nelle trasmissioni televisive di informazione, dai tg ai talk show: una presenza incomparabilmente più grande di ogni altra confessione. Il rapporto – stilato grazie al contributo dell’otto per mille della Tavola Valdese – dimostra come in questo non ci sia molta differenza tra televisioni pubbliche e private.
Al suo interno, c’è uno studio specifico e del tutto nuovo sulla presenza della Chiesa, delle sue gerarchie e del suo messaggio nelle trasmissioni televisive di informazione, dai tg ai talk show: una presenza incomparabilmente più grande di ogni altra confessione. Il rapporto – stilato grazie al contributo dell’otto per mille della Tavola Valdese – dimostra come in questo non ci sia molta differenza tra televisioni pubbliche e private.
I tempi di parola del Pontefice sono quasi uguali per Tg1 e Tg5, altissimi anche su SkyTg24. Quando si parla di religione, è quasi sempre solo quella cattolica ad essere tenuta in considerazione. Nel 2010 il Vaticano e la Chiesa sono stati protagonisti di 10 ore, 6 minuti e 13 secondi sul Tg1, contro i 3 minuti della religione ebraica.
Quasi 8 ore sul Tg5, che ha concesso 7 minuti e 43 agli ebrei e 7 minuti e 44 a tutte le altre confessioni. Fin qui, la rappresentazione della realtà che dà la televisione. Stando ai nostri comportamenti, invece, l’indice svela che i battesimi erano 515.240 nel 1991, sono scesi a 487.935 nel Duemila e a 429.881 nel 2011. A causa, anche, dall’immigrazione, che dà un forte contributo alla natalità. Scendono le prime comunioni, quasi 500mila nel Duemila, 428mila nel 2009.
Le cresime, i matrimoni cattolici, che erano l’82,53 per cento nel 1991, il 62,80 per cento nel 2009. Mentre aumentano le convivenze. E i divorzi salgono dai 23mila del 1991 ai 54.456 del 2009. Scende anche il numero dei sacerdoti e delle suore, mentre aumenta quello di diaconi e catechisti. Aumenta l’uso della pillola anticoncezionale, ma anche quello dei medici obiettori che si rifiutano di praticare aborti terapeutici. Diminuiscono invece le iscrizioni alle scuole cattoliche di primo e secondo grado, mentre restano alte quelle delle università.