Dall'annuncio della scoperta dell'Higgs al boicottaggio della Elsevier alla sentenza per il terremoto dell'Aquila: ecco i protagonisti delle dieci vicende che secondo la rivista britannica hanno maggiormente influenzato il rapporto tra scienza e società durante l’anno che si sta per concludere. di Folco Claudi
Rolf-Dieter Heuer, Cynthia Rosenzweig, Adam Steltzner, Cédric Blanpain, Elizabeth Iorns, Jun Wang, Jo Handelsman, Tim Gowers, Bernardo De Bernardinis, Ron Fouchier: sono i dieci personaggi che quest’anno si sono guadagnati la ribalta nel mondo scientifico secondo la rivista "Nature". E le scelte non sono state affatto banali. C’è chi, come Heuer, Blanpain, e Wang, ha partecipato da protagonista a ricerche che lasceranno il segno anche negli anni a venire. Altri come Handelsman e Gowers hanno sottolineato le storture di un certo modo di fare scienza. Altri infine, come l'italiano De Bernardis, sono rimasti coinvolti in vicende drammatiche, che hanno messo in discussione il ruolo e il significato della conoscenza scientifica. Ecco uno per uno i 10 profili dei prescelti.
1. Nulla può apparire più lontano della scienza dagli equilibrismi della diplomazia. Eppure l’annuncio della scoperta del bosone di Higgs al Large Hadron Collider del CERN di Ginevra ha richiesto doti che farebbero invidia a un ambasciatore. Da una parte, gli scienziati capitanati da Fabiola Gianotti e Joe Incandela, portavoce, rispettivamente, degli esperimenti ATLAS e CMS, volevano rimandare l’annuncio a fine anno, quando sarebbe stato raggiunto il livello di statistica ritenuto incontrovertibile (il famoso “5 sigma”). Dall’altra, le istituzioni europee premevano perché fosse dato risalto all’esito di un progetto costato un grande sforzo economico. È per questo che “Nature” ha riconosciuto il merito di Rolf-Dieter Heuer, direttore generale del CERN, che ha saputo gestire magistralmente la comunicazione. Nel corso del seminario, ha lasciato che Gianotti e Incandela spiegassero i risultati scientifici disponibili, per poi assumersi la responsabilità di pronunciare la parola “scoperta”, ma una sola volta. Una presenza forte ma discreta, insomma.
2. L’immagine di New York colpita dall’uragano Sandy ha fatto il giro del mondo. L’arrivo di un’onda alta quattro metri ha causato l’allagamento delle strade e dei tunnel della metropolitana, lasciando senza corrente elettrica milioni di persone. Eppure la città ha resistito bene, perché era preparata a farlo. Una simile capacità di gestire l'emergenza non è frutto del caso: da almeno una quindicina di anni, negli Stati Uniti sono disponibili le previsioni dello US Global Change Research Program, un progetto federale che coordina le ricerche sui cambiamenti ambientali che influenzano il territorio nazionale, firmato da Cynthia Rosenzweig e collaboratori. Rosenzweig è ora condirettore del New York City Panel on Climate Change, un comitato di consulenza per implementare politiche locali di difesa degli eventi estremi. E la capacità di affrontare l’alluvione ha dimostrato come le conoscenze scientifiche possano tramutarsi in un vantaggio effettivo per la cittadinanza.
3. Trovare la propria strada nella vita è possibile anche a uno studente dotato ma svogliato. Lo dimostra Adam Steltzner, che qualche decennio fa era un adolescente più interessato al rock che agli studi e ora è a capo del gruppo Entry, descent and landing (EDL) della NASA, un progetto da 2,5 miliardi di dollari che ha portato il rover Curiosity sulla superficie del pianeta Marte lo scorso 5 agosto. Il gioiello del gruppo è la sky crane, una sorta di gru volante a cui spettava il compito di depositare sul Pianeta Rosso il rover da una tonnellata da un’altezza di venti metri. Steltzner di solito sostiene l’idea della massima semplificazione delle strutture e dei dispositivi, ma con lo sky crane ha dovuto rinunciare un po’ alle sue pretese: nulla di tanto complesso era mai stato tentato prima in una missione.
4. Gli esperimenti devono essere riproducibili: è per questo che gli articoli scientifici devono riportare una descrizione dettagliata dei materiali e dei metodi che hanno portato al risultato. Elizabeth Iorns, post doc dell’Università di Miami, ha imparato a sue spese che non è così facile verificare un risultato (come ha cercato di fare con un gene la cui attivazione, secondo un articolo, avrebbe dovuto promuovere l’insorgenza di tumori). E soprattutto, quando il risultato non è replicabile, si incontrano molte difficoltà a veder pubblicato quanto si è scoperto. Imparata la lezione, la Iorns nell’agosto di quest’anno ha creato la Reproducibility Initiative, con sede a Palo Alto, in California, a cui gli autori possono rivolgersi per chiedere la riproduzione dei propri risultati. Un comitato seleziona i più importanti e affida a terze parti la verifica. Se lo studio va a buon fine, viene pubblicato su PLoS ONE.
5. Fino a poco tempo fa nessun biologo era in grado di tracciare la discendenza di una linea cellulare. Grazie all’attivazione selettiva di alcuni geni, Cédric Blanpain, dell’Università di Bruxelles, è riuscito a indurre un cambiamento di colore in alcune cellule e nella loro discendenza, che così può essere osservata al microscopio. Grazie a questa tecnica, quest'anno Blanpain ha trovato la risposta a un’annosa questione circa l’esistenza di cellule staminali tumorali. Lo studio su topi di laboratorio ha infatti rivelato che in un tumore non tutte le cellule contribuiscono allo stesso modo: alcune popolazioni scemano in poco tempo, mentre altre – le cellule tumorali staminali – producono migliaia di cloni. Il risultato è ritenuto di fondamentale importanza per lo sviluppo terapie farmacologiche molto più mirate contro i tumori.
6. Per supportare lo Human Genome Project, nel 1999 nacque a Pechino il Bijing Genome Institute (BGI), che allora rendeva conto dell’1 per cento della capacità di sequenziamento genico del mondo. Ora, con uno sviluppo che solo la Cina ha saputo mettere in campo in questi anni, la percentuale arriva al 50 per cento. Forte di 10.000 collaboratori sparsi in tutto il mondo, oltre che della recente acquisizione di 128 macchine per il sequenziamento automatizzato del DNA, il trentaquattrenne direttore del BGI Jun Wang ha progetti chiari per il futuro: sequenziare il genoma di quasi tutti gli organismi sulla faccia della Terra. L’istituto ha già un ruolo chiave nel progetto di sequenziamento di 10.000 vertebrati (il Genome 10K project), di 5.000 insetti e altri artropodi (con la i5k initiative) e infine di più di 1.000 uccelli, tra cui alcuni già estinti.
7. Tim Gowers non aveva alcuna intenzione di mettersi a capo di un movimento globale. Matematico dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, Gowers nel febbraio di quest’anno ha solo dichiarato in un blog di non voler più avere a che fare professionalmente con la casa editrice Elsevier, specializzata in pubblicazioni scientifiche, né per pubblicare i suoi articoli né per fare da referee. La colpa della Elsevier sarebbe quella di imporre un prezzo esorbitante per le proprie riviste e di essere intervenuta negli Stati Uniti per opporsi alla pubblicazione gratuita dei risultati di studi finanziati con soldi pubblici. Il blog di Gowers ha fatto partire un tam tam che ha portato alla nascita di un sito in cui dichiarare la volontà di boicottare Elsevier. A tutt’ora, l’esempio di Gowers è stato seguito da circa 13.000 scienziati di tutto il mondo.
8. Neppure nella comunità scientifica esiste parità tra i sessi sul posto di lavoro. Per dimostrarlo, Jo Handelsman, microbiologa della Tale University a New Haven, nel Connecticut, ha condotto un esperimento, scegliendo 100 colleghi e chiedendo loro di valutare il curriculum di un cospicuo numero di neolaureati da assumere in varie strutture, quantificando anche un plausibile stipendio. I profili erano finti, ma hanno fatto emergere un dato chiarissimo dal punto di vista statistico: le donne sono considerate meno dei colleghi maschi. Lo stesso profilo con un nome maschile poteva meritare 30.000 dollari e il desiderio di approfondimento la conoscenza del candidato, mentre con un nome femminile valeva 26.000 dollari, e non sucitava affatto curiosità. Quando si dice il pregiudizio.
9. In Italia, il fatto che alcuni sismologi e vertici della Protezione Civile siano finiti sul banco degli imputati per la scorretta comunicazione nei giorni precedenti il terremoto dell’Aquila del 2009 è cosa nota. Nell'occhio del ciclone è finito in particolare Bernardo De Bernardis, all’epoca vicecapo della Protezione Civile. De Bernardis presiedeva la Commissione grandi Rischi che, secondo l'accusa, lanciò messaggi colpevolmente rassicuranti nei confronti della popolazione. L'accusa è stata accolta dalla Corte, che in primo grado ha condannato lui e altri sei esperti per lesioni colpose e omicidio colposo. La notizia della sentenza ha fatto il giro del mondo perché sancisce un principio di responsabilità penale a carico degli scienziati, in particolare dei sismologi, nella comunicazione dei rischi, in un ambito in cui non è possibile fare previsioni. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: quale ricercatore si renderà disponibile a incarichi connessi alla protezione dai disastri naturali?
10. Coltiva forse una passione per l'understatement, Ron Fouchier, virologo dell’Erasmus Medical Centre in Rotterdam. Ma ha stupito molti la semplicità con cui, nel corso di un convegno sull’influenza tenutosi alla fine dello scorso anno a Malta, ha descritto l’esperimento da lui condotto per ingegnerizzare un ceppo fortemente patogeno di virus aviario H5N1 e renderlo trasmissibile tra mammiferi. “Bastano cinque mutazioni per rendere possibile la trasformazione, e questa è una brutta notizia”, ha commentato laconicamente. Il risultato, insieme ad altri simili, ha suscitato un asprissimo dibattito sui rischi connessi alla sua pubblicazione, a cui inizialmente si è opposta la National Science Advisory Board for Biosecurity (NSABB) degli Stati Uniti. Ma Fouchier vuole dare un contributo per prevenire le future epidemie di malattie infettive e continua a lavorare, combattendo contro qualunque tipo di censura.
http://www.lescienze.it/news/2012/12/19/news/i_10_scienziati_del_2012-1427677/