sabato 8 dicembre 2012

Milano, cardinal Scola attacca: “lo Stato laico diventa ateo”

Il car­di­na­le Angelo Scola, in oc­ca­sio­ne della tra­di­zio­na­le omelia per la vi­gi­lia di san­t’Am­bri­gio, ha tuo­na­to nel Duomo di Milano contro lo Stato “senza Dio”. Ad ascol­tar­lo ieri, tra i tanti po­li­ti­ci, anche il mi­ni­stro per i Beni Cul­tu­ra­li Lo­ren­zo Or­na­ghi e il sin­da­co me­ne­ghi­no Giu­lia­no Pi­sa­pia. Nonché i can­di­da­ti alla pre­si­den­za della Re­gio­ne Lom­bar­dia Ga­brie­le Al­ber­ti­ni e Um­ber­to Am­bro­so­li, che hanno tro­va­to nella festa al pa­tro­no un’oc­ca­sio­ne per una photo op­por­tu­ni­ty.

‘Stato laico’ e ‘libertà religiosa’ per la Chiesa

 
Già questa au­to­re­vo­le platea smen­ti­sce la fi­lip­pi­ca di Scola. Ma è in­te­res­san­te ap­pro­fon­di­re cosa ha so­ste­nu­to il pre­la­to di fronte ai fedeli e cir­con­da­to da po­li­ti­ci. Se­con­do il re­li­gio­so, “la giusta e ne­ces­sa­ria acon­fes­sio­na­li­tà dello Stato ha finito per dis­si­mu­la­re, sotto l’idea di neu­tra­li­tà, il so­ste­gno dello Stato a una vi­sio­ne del mondo che poggia sul­l’i­dea se­co­la­re e senza Dio”. Lo Stato “co­sid­det­to ‘neu­tra­le’ lungi dal­l’es­se­re tale fa pro­pria una spe­ci­fi­ca cul­tu­ra, quella se­co­la­ri­sta, che at­tra­ver­so la le­gi­sla­zio­ne di­vie­ne cul­tu­ra do­mi­nan­te”. Che, per­tan­to, “fi­ni­sce per eser­ci­ta­re un potere ne­ga­ti­vo nei con­fron­ti di altre iden­ti­tà, so­prat­tut­to quelle re­li­gio­se, pre­sen­ti nelle so­cie­tà civili ten­den­do ad emar­gi­nar­le, se non espel­len­do­le dal­l’am­bi­to pub­bli­co”.
 
In­som­ma, le parole del­l’ar­ci­ve­sco­vo di Milano sono in­di­ca­ti­ve del­l’ap­proc­cio della Chiesa. E sono l’e­spres­sio­ne coe­ren­te di una lun­ghis­si­ma tra­di­zio­ne. Lo Stato piace solo se è schiet­ta­men­te cle­ri­ca­le, ovvero se fa­vo­ri­sce la re­li­gio­ne. Mentre se non fa inie­zio­ni ri­co­sti­tuen­ti e non dà pri­vi­le­gi alla fede, pro­muo­ven­do­la negli spazi pub­bli­ci a sca­pi­to della lai­ci­tà, non va bene. Anzi, così fa­reb­be il gioco della cul­tu­ra “se­co­la­ri­sta” e “senza Dio”. Quindi per le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che uno Stato laico e acon­fes­sio­na­le di­ven­ta au­to­ma­ti­ca­men­te “ateo”.
 
Il pre­la­to si sof­fer­ma anche sulla mi­nac­cia alla li­ber­tà re­li­gio­sa. Pre­oc­cu­pa­zio­ne con­di­vi­sa, con­si­de­ran­do che le vit­ti­me non sono solo i cri­stia­ni ma anche i non cre­den­ti in tutto il mondo. Ma Scola az­zar­da: pub­bli­ciz­zan­do l’av­vio delle ce­le­bra­zio­ni per i 1.700 anni dal­l’e­dit­to di Co­stan­ti­no, so­stie­ne che la scelta di ren­de­re il cri­stia­ne­si­mo re­li­gio licita nel­l’im­pe­ro romano sia “l’atto di na­sci­ta della li­ber­tà re­li­gio­sa”. La vi­sio­ne cri­stia­no­cen­tri­ca del re­li­gio­so, in linea con la stra­te­gia re­vi­sio­ni­sta della Chiesa, non solo di­men­ti­ca che tale li­ber­tà in parte già esi­ste­va, ma pre­sen­ta anche un quadro di­stor­to. Le per­se­cu­zio­ni contro i cri­stia­ni ci furono, ma li­mi­ta­te e di natura po­li­ti­ca. E fu anzi con l’im­po­si­zio­ne del cri­stia­ne­si­mo come unica re­li­gio­ne di Stato con i de­cre­ti del­l’im­pe­ra­to­re Teo­do­sio che si can­cel­la­ro­no spazi per la li­ber­tà re­li­gio­sa, con per­di­te di di­rit­ti, con­ver­sio­ni for­za­te e per­se­cu­zio­ni si­ste­ma­ti­che verso pagani, ere­ti­ci e apo­sta­ti.

Le risposte di Rusconi e Mancuso

 
Espres­sio­ni, quelle del pre­la­to, che ri­ve­la­no l’a­bi­tu­di­ne alla ma­ni­po­la­zio­ne di con­cet­ti e parole con una neo­lin­gua cle­ri­ca­le. Tanto che il suo di­scor­so ha su­sci­ta­to pre­oc­cu­pa­zio­ne sia in com­men­ta­to­ri laici come Gian Enrico Ru­sco­ni, sia in cat­to­li­ci mo­der­ni­sti come il teo­lo­go Vito Man­cu­so. Ru­sco­ni sulle co­lon­ne de La Stampa parla di “pas­sag­gi sor­pren­den­ti” per at­teg­gia­men­to e tono e “parole pe­san­ti” del car­di­na­le. E ri­cor­da che “nes­su­no in­fat­ti vuole uno Stato etico”. “Non si ca­pi­sce come una le­gi­sla­zio­ne neu­tra­le ri­spet­to ai valori re­li­gio­si im­pe­di­sca, a coloro che lo de­si­de­ra­no, di con­dur­re la pro­pria vita e ope­ra­re le pro­prie scelte sulla base di quei valori” re­li­gio­si, si chiede giu­sta­men­te Ru­sco­ni.
 
Di certo, Scola non si ri­fe­ri­sce al nostro Stato quando ne pa­ven­ta le de­ge­ne­ra­zio­ni: “un paese con la sua le­gi­sla­zio­ne sull’in­se­gna­men­to della re­li­gio­ne nelle scuole, con la nor­ma­ti­va sui sim­bo­li re­li­gio­si negli spazi pub­bli­ci, sul so­ste­gno in­di­ret­to alle scuole con­fes­sio­na­li, sulla forte (e for­mal­men­te le­git­ti­ma) in­fluen­za della Chiesa sulla pro­ble­ma­ti­ca bio­e­ti­ca — per non par­la­re della de­fe­ren­za pub­bli­ca dei par­ti­ti po­li­ti­ci verso la Chiesa”, snoc­cio­la im­pie­to­sa­men­te il gior­na­li­sta. Ca­so­mai, sono i laici “spesso a non vedere ri­co­no­sciu­ti i propri come ‘va­lo­ri’ (ma sempre come aper­tu­ra al peggio) e la le­git­ti­mi­tà delle pro­prie op­zio­ni”. E Scola con­fon­de la lai­ci­tà “con un’i­dea di se­co­la­riz­za­zio­ne che scon­fi­na di fatto nel ni­chi­li­smo”. Ma è pro­prio la lai­ci­tà “l’u­ni­ca ga­ran­zia della li­ber­tà di co­scien­za”.
Anche Man­cu­so su Re­pub­bli­ca giu­di­ca “molto pe­san­ti” le parole del car­di­na­le, nonché “poco fon­da­te”. No­tan­do che a quello di Milano del 313 seguì l’E­dit­to di Tes­sa­lo­ni­ca del 380 e i de­cre­ti di Teo­do­sio nel 391-2 “che met­te­va­no al bando ogni forma pri­va­ta, com­pre­si i culti dei lari e dei penati”. “Non si può sor­vo­la­re in questo modo così leg­ge­ro su secoli e secoli di san­gui­no­sa in­tol­le­ran­za cat­to­li­ca” — con­ti­nua –”ge­ne­ra­ta da tale editto e dal ma­tri­mo­nio con il potere im­pe­ria­le”. ”La storia in­se­gna che si dà li­ber­tà re­li­gio­sa solo nella misura in cui lo Stato non si lega a nes­su­na re­li­gio­ne par­ti­co­la­re” e “solo se pra­ti­ca quella forma di neu­tra­li­tà così espli­ci­ta­men­te cri­ti­ca­ta dal car­di­nal Scola”. Oc­cor­re sempre ri­cor­da­re come fa anche Man­cu­so che la li­ber­tà re­li­gio­sa, “se è giunta ad essere un pa­tri­mo­nio della dot­tri­na so­cia­le della Chiesa, è solo grazie alla lotta in favore dei di­rit­ti umani da parte della lai­ci­tà il­lu­mi­ni­sta”. Quella stessa li­ber­tà re­li­gio­sa che dai papi, com­pre­si Gre­go­rio XVI, Pio IX e Leone XIII, veniva aspra­men­te de­mo­niz­za­ta: ci è voluta la Di­gni­ta­tis Hu­ma­nae del 1965 per ar­chi­via­re almeno uf­fi­cio­sa­men­te i de­cre­ti del­l’im­pe­ra­to­re cri­stia­no. La Chiesa cat­to­li­ca, con­clu­de il teo­lo­go, “non può li­mi­tar­si a rim­pian­ge­re Co­stan­ti­no e Teo­do­sio e magari a cer­ca­re can­di­da­ti po­li­ti­ci che ne ri­cal­chi­no le orme”. La sua linea at­tua­le è tut­ta­via esat­ta­men­te questa.

 

Laicità per i diritti di tutti


Che lo Stato sia di per sé pro-atei­smo o an­ti­cle­ri­ca­le è ri­di­co­lo. Tra­gi­co­mi­co poi che si fac­cia­no di­scor­si del genere in Italia, so­prat­tut­to in Lom­bar­dia. Pro­prio la re­gio­ne dove si è im­po­sto per ven­t’an­ni il ‘cat­to­li­ce­si­mo reale’ tar­ga­to Co­mu­nio­ne e Li­be­ra­zio­ne e Com­pa­gnia delle Opere ca­peg­gia­to da Ro­ber­to For­mi­go­ni. Guarda caso, pro­prio da Cielle viene anche Scola, il quale si di­stin­se tra l’al­tro per l’in­ter­ven­ti­smo po­li­ti­co e la for­ma­zio­ne po­li­ti­ca di Silvio Ber­lu­sco­ni. Quel mo­vi­men­to ec­cle­sia­le ora è sotto i ri­flet­to­ri in se­gui­to alle in­chie­ste della ma­gi­stra­tu­ra. Non ci ri­sul­ta che Scola abbia mai tro­va­to il tempo per cri­ti­car­lo. Evi­den­te­men­te pre­fe­ri­sce le stoc­ca­te allo straw man dello “Stato ateo”.
La lai­ci­tà è neu­tra­le, non deve fa­vo­ri­re né le co­mu­ni­tà di fede, né le as­so­cia­zio­ni atee. Ma ga­ran­ti­re di­rit­ti e li­ber­tà agli in­di­vi­dui a pre­scin­de­re dalle loro con­vin­zio­ni e non im­por­re una vi­sio­ne etica uni­vo­ca, o di­fen­de­re i pri­vi­le­gi di co­mu­ni­tà tra­di­zio­na­li. Le di­chia­ra­zio­ni di Scola por­ta­no invece alla luce un dato di fatto, di cui le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che sono con­sa­pe­vo­li: senza l’at­ti­vo so­ste­gno delle au­to­ri­tà po­li­ti­che, la re­li­gio­ne de­cli­na. Com­pren­dia­mo dunque la pre­oc­cu­pa­zio­ne di Scola. Ma lo in­vi­tia­mo ad ar­go­men­ta­re assai meglio le me­ra­vi­glie del ma­gi­ste­ro cat­to­li­co, piut­to­sto che unirsi allo sport na­zio­na­le di chie­de­re “un aiu­ti­no” per su­pe­ra­re le pro­prie in­ca­pa­ci­tà.