Estati miti e umide al nord, torride e secche al sud: è il trend climatico che si è instaurato in Europa da vent'anni a questa parte, e di cui uno studio dimostra adesso la correlazione con una fase di riscaldamento nell'oscillazione delle temperature dell'Oceano Atlantico del Nord. Queste oscillazioni, dal caldo anomalo al freddo anomalo, risalgono a molto indietro nel tempo e seguono cicli che durano svariati decenni. Di conseguenza, finché il trend delle temperature dell'Atlantico non si invertirà, è molto probabile che il clima dell'Europa continui a riscaldarsi (red)
Il cambiamento climatico anche alle nostre latitudini è ormai un fatto assodato, sotto gli occhi di tutti, o almeno di chi per ragioni anagrafiche ha un po’ di memoria di come ci si riparava dal freddo vent'anni fa. Ma quali sono i meccanismi che lo determinano?
Un nuovo studio pubblicato su "Nature Geoscience", analizzando il cambiamento climatico verificatosi in Europa negli anni novanta, ha scoperto che l'instaurarsi di cicli di estati miti e umide nelle zone settentrionali e di estati estremamente calde e secche in quelle meridionali è correlato a una fase di riscaldamento nell'oscillazione delle temperature dell'Oceano Atlantico del Nord.
E non è tutto: i dati sembrano confermare che questo collegamento è molto stretto, il che significa che finché l'andamento delle temperature dell'Atlantico non si invertirà, andando verso una fase di raffreddamento, è molto probabile che il clima dell'Europa continui a riscaldarsi anche in futuro.
Come spiegano Rowan Sutton e Buwen Dong, autori dello studio, le temperature superficiali dell'Atlantico settentrionale hanno cicli di variazioni multidecennali, secondo uno schema denominato AMO (da Atlantic Multidecadal Oscillation). Le misurazioni strumentali mostrano che, rispetto alla temperatura media del resto degli oceani del pianeta, quella dell'Atlantico Settentrionale è oscillata passando da fasi di riscaldamento anomalo a fasi di raffreddamento altrettanto anomalo, ciascuna delle quali è durata diversi decenni. Le registrazioni paleoclimatiche, inoltre, indicano che queste variazioni si estendono molto indietro nel passato.
Nelle simulazioni dei modelli climatici, le variazioni di tipo AMO sono strettamente correlate alle variazioni nella circolazione invertita dell'Atlantico meridionale (AMOC). Quali
siano i fattori esterni che controllano il manifestarsi di queste variazioni è tutt'ora oggetto di studio, ma nella loro ricerca, Sutton e Dong si sono concentrati sull'impatto dell'AMOC invece che sulle sue cause.
I modelli climatici infatti mostrano che le variazioni dell'AMOC possono avere un'influenza significativa in molte regioni, tra cui Nord Africa, Sud America, Asia Meridionale ed Europa. In particolare sono stati analizzati i dati climatici derivati dalle osservazioni per studiare i collegamenti tra le temperature dell’Oceano Atlantico e il clima europeo. Si è così scoperto che negli anni novanta il clima europeo è cambiato in misura significativa in estate e, in modo meno comprensibile, anche in primavera e in autunno.
Questo cambiamento è coinciso con un sostanziale riscaldamento dell’Oceano Atlantico del Nord, associato a uno schema documentato di oscillazioni multidecennali nella temperatura dell’Atlantico. Sulla base di questi dati, gli autori ipotizzano che il cambiamento climatico sia avvenuto quindi in risposta al riscaldamento dell'oceano.
http://www.lescienze.it/news/2012/10/09/news/cambiamento_climatico_europa_riscaldamento_oceano_atlantico-1294715/