La corruzione in Italia, purtroppo, è qualcosa di endemico. E anche il Vaticano, naturalmente, non ne è esente. Anche se parlare di soldi e corruzione nella città del Papa, dove la cura delle anime dovrebbe essere in primo piano, sembra ancora qualcosa di proibito. Ne sa qualcosa Carlo Maria Viganò, un alto prelato che fino a poco tempo fa ricopriva la carica di segretario generale del governatorato del Vaticano, di quell’ufficio, cioè, che gestisce gli appalti e le forniture per la città del Papa.
Viganò, infatti, in una lettera del 27 marzo 2011 indirizzata direttamente a Joseph Ratzinger, ha denunciato l’incredibile situazione di corruzione e di malaffare che si è trovato davanti non appena ha assunto l’incarico di segretario generale del governatorato. ‘Non avrei mai pensato di trovarmi davanti a una situazione così disastrosa‘, scrive il prelato. Sottolineando, poi, come questa delicata questione sia ‘a tutti nota in Curia‘.
Insomma, dalla lettera di Viganò emerge un Vaticano diviso in feudi e dove opera una cordata di fornitori che non partecipano a gare. A lavorare, infatti, sono sempre le stesse ditte e i costi sono doppi rispetto all’esterno, questo perchè non c’è alcuna trasparenza nella gestione degli appalti. Insomma, una situazione che ha dell’incredibile.
Inoltre, spiega ancora l’altro prelato nella sua lettera, la situazione finanziaria del governatore è gravissima, con perdite che raggiungono anche il 50 o il 60 per cento. Per risolvere la crisi, allora ‘la gestione dei fondi è stata affidata a un comitato finanza e gestione composto da alcuni grandi banchieri, i quali sono risultati fare più il loro interesse che i nostri‘, continua Viganò.
Ma qual è stato il risultato della denuncia di Viganò al Papa? Nessuno. O meglio, la rimozionedal suo posto di segretario dell’autore della lettera. Insomma, di corruzione in Vaticano non si deve proprio parlare.http://attualita.tuttogratis.it/cronaca/corruzione-in-vaticano-un-prelato-scrive-al-papa-per-denunciarla-e-viene-sospeso/P139045/