mercoledì 31 luglio 2013

La laicità anti-atea di Francesco

papa-baci
Il papa è tornato dalla sua tournée in Brasile per la giornata mondiale della gioventù, occasione che i media hanno seguito in maniera spesso ossessiva e idolatrante. Ogni gesto di Francesco è stato esaltato, nel clima di papolatria imperante: mentre sale in aereo con il bagaglio a mano, nelle favelas, quando beve il mate offerto da un fedele. Tra i tanti gesti e dichiarazioni, ha accennato anche di laicità. E pure le parole del papa sono state dipinte come un’apertura rivoluzionaria, specie dai giornali “di sinistra”, come già avvenuto con la visita a Lampedusa.

"la laicità “buona” è quella che caldeggia la convivenza tra fedi"

Durante l’incontro con i politici brasiliani presso il teatro municipale di Rio de Janeiro, papa Bergoglio ha sostenuto che “favorevole alla pacifica convivenza tra religioni diverse è la laicità dello Stato, che, senza assumere come propria nessuna posizione confessionale, rispetta e valorizza la presenza del fattore religioso nella società, favorendone le sue espressioni concrete”. Tradotto, la laicità “buona” è quella che caldeggia la convivenza tra fedi e la loro influenza nella società, senza privilegiarne una in particolare.

Molti, in base a questa semplice dichiarazione, si sono lasciati andare a commenti fin troppo ottimistici (come Il Fatto Quotidiano). Paradossalmente, uno dei commenti più sensati è invece quello della rivista cattolica Formiche, che in maniera impietosa punzecchia proprio i laici, i non credenti e gli anticlericali abbagliati da Francesco. Secondo la rivista il papa non si riferiva nello specifico all’Italia, ma alludeva in generale al mondo e nello specifico ai paesi dove i cristiani subiscono discriminazioni. Tant’è che domenica, incontrando i vescovi brasiliani, aveva rivendicato la ”libertà di annunciare il Vangelo in modo integrale, anche quando si pone in contrasto con il mondo, anche quando va controcorrente” (qui il pensiero non può non tornare all’appello ai giovani fedeli, di qualche tempo fa). La Chiesa, aveva aggiunto, ha “il diritto e il dovere di mantenere accesa la fiamma della libertà e dell’unità del’uomo” e “ha una sua parola da dire” su questioni come salute, educazione, pace sociale in Brasile, “perché per rispondere adeguatamente a tali sfide non sono sufficienti soluzioni meramente tecniche, ma bisogna avere una sottostante visione dell’uomo, della sua libertà, del suo valore, della sua apertura al trascendente”.
 
"tale modello di laicità è solo l’altra faccia di quella “positiva” di Ratzinger"

La novità tanto sbandierata è ben più magra di quanto si aspettino i fan del papa. E in linea con quanto già dichiarato da Francesco in tema di laicità, quando si rivolse ai politici francesi in delegazione ventilando la modifica di leggi sgradite. Moltissimi ripongono aspettative straordinarie nel nuovo papa fuori dall’ambito ecclesiale, ma se si analizza la questione con più attenzione e fuori dai facili entusiasmi, ci si rende conto che tale modello di laicità è solo l’altra faccia di quella “positiva” di Ratzinger. La laicità alla Francesco in breve, sottintende sempre il favor religionis da parte delle istituzioni, tant’è che un papa tanto prodigo in dichiarazioni di principio si è ben guardato dal richiedere l’eliminazione dei privilegi di cui gode la Chiesa in Italia e negli altri paesi. Infine, e soprattutto, continua ad avere difficoltà nel riconoscere la libertà di scelta degli individui e si pone come dichiaratamente escludente, ignorando programmaticamente i diritti dei non credenti.