Discettare sull’esistenza o meno di Gesù non è compito dell’Uaar. Del resto, come ha scritto Robert M. Price, “l’alternativa è tra un Gesù storico mitizzato e un Gesù mitico storicizzato”: sono poche le certezze e le fonti non di parte, e di conseguenza tante (infinite) le ipotesi che vi si possono costruire sopra.
Tuttavia, discettare sull’esistenza o meno di Gesù potrebbe anche essere compito della Rai, che è chiamata ad adempiere a un contratto di servizio pubblico che chiede accuratezza, imparzialità, scientificità nell’informazione trasmessa. Tutto questo non accade, anche sui canali apparentemente più insospettabili (e non solo a proposito di Gesù). Se sull’argomento la gran parte degli studiosi reclama cautela e pratica prudenza, la tv di Stato ammannisce invece apologetica.
Il 99% degli spazi radiotelevisivi dedicati alla religione sono occupati da esponenti ecclesiastici. Il loro compito è diffondere “la Verità”. In russo si traduce “pravda”: l’impatto totalitario sulla cittadinanza è il medesimo. Questo commento ricevuto da Franco Tommasi costituisce soltanto un’ulteriore conferma.
Raffaele Carcano, segretario Uaar
In questi giorni la tv reclamizza una raccolta di santini in vendita nelle edicole.
Sentitasi sfidata, RaiTre ha voluto rispondere da par suo, riservandoci un santino tv spacciato per indagine storico-scientifica nell’ambito de La Grande Storia, una serie televisiva un tempo prestigiosa.
Il 20 dicembre scorso la rete pubblica “di sinistra” ha trasmesso un servizio sul “Gesù storico” che fa apparire il papa Ratzinger, difficilmente annoverabile tra gli studiosi liberali dell’argomento, come un bultmaniano della prima ora. Dopo aver dichiarato di voler affrontare la questione esclusivamente “dal punto di vista storico”, gli autori si rivolgono ai “più autorevoli studiosi della materia”. Ovvero sei preti cattolici (tra cui un cardinale). Alla compagnia si aggiungono Erri De Luca, chiamato a interpretare la parte del pastore del presepe, non credente ma commosso davanti alla grotta, e Dan Bahat, “il massimo esperto del Santo Sepolcro”.
Gli ultimi due praticamente non intervengono sulle questioni storiche più sostanziali. Lo scopo del loro coinvolgimento è palese: poter affermare che non si sono interpellati solo studiosi cattolici. Erano consapevoli del loro ruolo? Faccio fatica a crederlo, ma non posso escludere che siano stati strumentalizzati. E il parere storico degli studiosi cristiani protestanti, quello degli studiosi laici? La prossima volta.
Con una così poco eterogenea compagine l’esito era facilmente prevedibile e davvero i partecipanti vanno ben oltre le aspettative, infilando una collana di perle che merita una vetrina:
1 ) “L’affidabilità della tradizione su Gesù è molto alta perché coloro che l’hanno trasmessa non desideravano falsificarla. Quando io dovrei tramandare qualcosa che per me è molto importante, perché dovrei cambiarla?” (Alla faccia di tre secoli di studi storico-critici! Persino il papa riconosce ormai la presenza di invenzioni tendenziose nel racconto evangelico).
2 ) Il Testimonium Flavianum è autentico: “il giudizio positivo di Giuseppe Flavio è dovuto al fatto che è ebreo ma non è un rabbino e dunque non è prevenuto contro Gesù”; “Qualcuno ha detto che il testo non è autentico ma questa è solo un’opinione: il testo è lì”. (E tanti saluti al fatto che la stragrande maggioranza degli studiosi, cattolici inclusi, riconosce che il testo è stato come minimo manipolato dai copisti cristiani).
3 ) “Il silenzio delle fonti ebraiche su Gesù è spiegabile col fatto che Gesù è una domanda troppo grande per l’ebraismo” (sic).
4 ) Per far nascere Gesù sotto Erode il servizio afferma che il censimento di cui parla Luca si è svolto il 6 o il 7 “avanti” Cristo (e non “dopo”). Nessun accenno al fatto che persino i maggiori studiosi cattolici conservatori, Brown e Meier, ritengano l’informazione data da Luca semplicemente un’invenzione utilizzata per posizionare a Betlemme la nascita di Gesù.
5 ) I fratelli di Gesù sono “o fratellastri o cugini”. Benignamente si concede che le due tesi siano ugualmente plausibili (la terza, quella che siano fratelli veri, preferita dal cattolico Meier e da tutti i maggiori studiosi laici, non viene neanche citata).
6 ) “Le fonti oggi parlano così tanto dei miracoli di Gesù che è impossibile negarli. E questo perché abbiamo fino a 27 racconti di miracoli!” (Quando si dice la forza della logica. Naturalmente nulla viene detto del fatto che persino il cattolico Meier consideri tutti i miracoli sulla natura tranne uno delle invenzioni. E non parliamo del giudizio degli studiosi laici).
7 ) “La resurrezione è l’evento che fonda “la Chiesa Cattolica” (E, per giunta, il contenuto della fonte Q dimostra che c’erano cristiani ancora prima che qualcuno credesse alla resurrezione).
8 ) “La verifica storica della resurrezione è l’esistenza della Chiesa” (è Cassazione!)
Ecco, questo polpettone confessionale confezionato dagli ambienti cattolici spagnoli ultraconservatori è lo studio storico-scientifico proposto da RaiTre
Perché i cittadini che pagano il canone devono subire questo? Perché i francesi possono vedere le trasmissioni sul Gesù storico di Mordillat e Prieur, dove i veri massimi esperti vengono ascoltati e messi a confronto nella loro diversità di opinioni e noi invece dobbiamo sorbirci queste omelie alla Socci, disonestamente travestite da studi scientifici? Quale è la causa di questo stato di minorità in cui dobbiamo essere tenuti dal servizio pubblico? È possibile che si giunga a tanta spudoratezza?
Almeno una ricaduta positiva però, il servizio l’ha avuta: chi vuole farsi un’idea su quello di cui possono essere stati capaci alcuni cristiani prima del secolo dei lumi, non ha che da riflettere su quello che riescono a fare, al nostro tempo, cristiani come questi.
Franco Tommasi