L’obiezione di coscienza ha raggiunto ormai livelli insostenibili e mette ormai a rischio la stessa applicazione della legge 194. Lo sosteniamo da tempo, ma ora è stato autorevolmente sostenuto anche da governo e Parlamento. È una buona notizia.
"presentate diverse mozioni per impegnare il governo ad attuare pienamente la legge"
Repubblica ha recentemente messo in guardia: ormai i medici obiettori negli ospedali hanno superato l’80%. Anche la politica sta tornando ad affrontare la questione e alla Camera sono state presentate diverse mozioni per impegnare il governo ad attuare pienamente la legge. Nodo cruciale è proprio l’obiezione selvaggia, per limitare la quale Sel ha presentato una mozione con primo firmatario Gennaro Migliore. Anche gli altri partiti hanno presentato quindi differenti mozioni, non estranea la volontà dei cattolici di stemperare la portata del voto. Ma non sono mancate le divisioni: indicativo che i centristi riuniti sotto Scelta Civica abbiano presentato due testi differenti, uno della clericale Paola Binetti (Udc), l’altro di Irene Tinagli, che hanno avuto entrambe parere favorevole del governo. Un errore presentarne due secondo la frangia ex democristiana, ma nella compagine guidata da Mario Monti ci sono sensibilità differenti su questo tema. L’opposizione di Binetti sta mettendo a dura prova la tenuta di Scelta Civica, che rischia una deriva ancora più clericale.
Infine ieri sono state approvate le già citate mozioni di Sel e di Tinagli, quella di Donata Lenzi (Pd), di Marialucia Lorefice (M5S), un’altra di Renato Brunetta (Pdl), di Nello Formisano (Centro Democratico), di Pia Locatelli (Misto-Psi). Bocciate invece quella di Binetti, di Marco Rondini (Lega Nord) e di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia). La mozione Tinagli chiedeva in particolare che l’esecutivo conduca “un’analisi conoscitiva approfondita sull’impatto dell’obiezione di coscienza sull’applicazione della legge 194″. Quella di Sel puntava originariamente a limitare al 30% gli obiettori per ospedale e a vietare l’obiezione tra i nuovi assunti (considerando che la possibilità di obiezione era pensata piuttosto come possibilità concessa a coloro che erano stati assunti prima dell’approvazione della norma). È stata approvata con il sostegno di Movimento 5 Stelle e Pdl ma con astensione del Pd, come spiega Luca Telese su Linkiesta: segno della difficoltà del Partito Democratico di affrontare compattamente in maniera laica certi temi, sebbene abbia comunque sostenuto una mozione simile a firma Lenzi.
I documenti approvati sono comunque orientati a una maggiore attenzione del governo contro il dilagare dell’obiezione di coscienza in maniera selvaggia, fenomeno che non permette in diverse strutture di applicare la legge e favorisce una recrudescenza degli aborti clandestini. Linea sostenuta dalla stessa ministra della Salute Beatrice Lorenzin (Pdl). L’esecutivo si è impegnato quindi a controllare la piena attuazione della norma non solo nel pubblico ma anche nel privato accreditato, a monitorare la situazione di concerto con gli assessori regionali per “evitare ogni forma di discriminazione fra operatori sanitari obiettori e non”.
"ormai mero espediente per far carriera specialmente nelle regioni più clericali"
Dal Parlamento quindi arrivano dei segnali incoraggianti, che si spera diventino atti concreti a tutela dei diritti delle donne, per tanti anni bistrattati. Premia il lavoro di sensibilizzazione e informazione fatto da tante realtà, anche dall’Uaar, ad esempio con la campagna “Il buon medico non obietta” e la mobilitazione via internet #save194. Ma non basta: l’obiezione di coscienza è un istituto obsoleto, nato per garantire diritti acquisiti, ma ormai mero espediente per far carriera specialmente nelle regioni più clericali. Nonché strumento usato per smantellare dall’interno la legge che permette alle donne di scegliere di interrompere una gravidanza, limitandone fortemente i diritti. Ma è un po’ come un islamico che vuole essere assunto in un salumificio senza aver a che fare con suini. Nonsense.
L’esito del confronto conferma come, nel nuovo Parlamento, le voci dei clericali siano effettivamente più flebili. È un’occasione per riproporre alcuni temi, quelli che abbiamo definito il “minimo sindacale laico” per un paese occidentale che voglia ritenersi civile: come unioni civili, testamento biologico e autonomia sul fine-vita, contrasto all’omofobia, superamento della legge 40 sulla fecondazione assistita, piena attuazione della 194, divorzio breve, riduzione dei costi pubblici della Chiesa. Nonostante le larghe intese, la possibilità di adottarli c’è. All’insegna di una concreta larga intesa laica che superi gli steccati clericali.