Ne abbiamo scritto recentemente a proposito dei presunti “martiri della fede“, rilevando come la pretese cifre astronomiche fossero inconsistenti e andassero fortemente ridimensionate. E che, pertanto, si fosse piuttosto in presenza di vittimismo finalizzato a mera propaganda. Proprio perché si tratta di propaganda, tuttavia, chi se ne fa diffusore non accenna minimamente a smettere. Ed ecco il rilancio: “la cristianofobia esiste e complotta contro di noi”. Qui, ora, in Europa.
"integralisti cattolici insistono sulle discriminazioni di cui sarebbero vittima in Europa"
Già qualche anno fa un osservatorio aveva elencato in un rapporto una serie di episodi di intolleranza che i cristiani avrebbero subito in Occidente. A leggerlo, ci si rende conto di quanto il fenomeno sia ingigantito, tanto che molti degli episodi snocciolati appaiono francamente risibili. Anche oggi gli integralisti cattolici insistono sulle discriminazioni di cui sarebbero vittima in Europa e spesso le collegano ai casi di persecuzione (vera) nel resto del mondo. Con la volontà di veicolare l’immagine dei cristiani oppressi in tutto il pianeta, strategia messa in piedi ingigantendo casi sporadici. Non si tratta, ovviamente, di negare che ci siano purtroppo uccisioni, violenze o discriminazioni verso i cristiani, ai quali già abbiamo più volte espresso solidarietà: ma è del tutto scorretto creare la mitologia di un complotto globale.
Il settimanale Tempi rilancia il rapporto presentato a Tirana da Massimo Introvigne durante la recente conferenza dell’Osce. Il sociologo cattolicista è rappresentante per la lotta contro razzismo, xenofobia e discriminazione presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa e anche coordinatore dell’Osservatorio della libertà religiosa voluto dal Ministero degli Esteri. L’ennesimo esponente del cattolicesimo più intransigente che viene piazzato in istituzioni nazionali e internazionali, messo a guardia degli interessi del Vaticano. Con risultati che possiamo immaginare: è infatti uno dei più solerti propagandisti del vittimismo cristianista, come già è emerso con la diffusione del meme “un cristiano morto ogni cinque minuti”.
Allo stesso modo, Luca Volonté era il buon soldatino vaticano piazzato di guardia al Consiglio d’Europa. Proprio questa influenza diffusa mostra come le leadership politiche europee, lungi dal criminalizzare i cristiani, agiscono quale longa manus del Vaticano nelle istituzioni. Anzi, spesso sono proprio i rappresentanti laici a dover arginare le sempre più pressanti pretese delle lobby cristianiste. Non a caso, a dare manforte alle pretese cattoliche è intervenuto a Tirana anche il vescovo Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio per la giustizia e per la pace, che ha paragonato la presunta discriminazione verso i cristiani ad antisemitismo e islamofobia, invocando una legislazione stringente.
"in alcuni paesi le dichiarazioni omofobiche basate sulla Bibbia vengono multate"
Secondo Introvigne, ci sarebbero in Europa ben 41 leggi che colpiscono la libertà religiosa dei cristiani. In diversi paesi viene limitata l’obiezione di coscienza selvaggia, come quella dei farmacisti che non vogliono distribuire contraccettivi d’emergenza o degli ufficiali di stato civile che si rifiutano di registrare matrimonio o partnership di coppie omosessuali. Ciò al fine di per garantire i diritti per categorie come donne e gay. In alcuni di questi, ginecologi ed ostetrici obiettori non vengono assunti o sono multati, vista la necessità di fornire la possibilità dell’interruzione di gravidanza. I cristiani si considerano anche vittime di limitazioni alla libertà di espressione, perché in alcuni paesi le dichiarazioni omofobiche basate sulla Bibbia vengono multate, in quanto considerate hate speech. Anche la “libertà educativa” dei credenti sarebbe minata. In alcuni paesi è limitato o vietato l’homeschooling (visto che non garantisce criteri educativi accettabili) e prevista l’educazione civica o quella sessuale, considerate dai più integralisti forme di “indottrinamento”. Negli asili in Belgio non si possono diffondere pregiudizi omofobici fondati sulle religioni e in Francia non si possono tenere dibattiti su aborto e omosessualità per evitare che vengano monopolizzati da esterni. Tutte cose scandalose per i cristiani più retrivi.
"far passare l’idea che siano pesantemente discriminati perché non vengono limitati i privilegi"
Il pressing degli integralisti in questi anni è notevole anche sul fronte giuridico, per far passare l’idea che siano pesantemente discriminati perché non vengono limitati i privilegi o le eccezioni religiose alle leggi che valgono per tutti. Lo scorso gennaio la Corte europea per i diritti dell’uomo si è pronunciata su quattro casi inglesi, bocciandone ben tre e accogliendone uno, quello di Nadia Eweida, per la farraginosità dei regolamenti interni della compagnia di volo per la quale lavorava. Gli altri tre, dopo il primo rigetto da parte della Corte, hanno fatto ricorso, che è stato respinto, non essendoci discriminazione nei loro confronti. La decisione della Corte Europea ha tuttavia dato ulteriore fiato al vittimismo cattolico.
Se si guarda al concreto, ci si rende conto che in molti stati le religioni sono ampiamente privilegiate, sia tramite cospicui finanziamenti da parte degli stati, sia per leggi compiacenti che danno tutta una serie di prerogative, blindate dai concordati. In Italia la situazione è sotto gli occhi di tutti, con oltre sei miliardi di euro l’anno in fondi pubblici a beneficio della Chiesa cattolica e una decisa influenza in campo politico. Vengono puniti vilipendio e bestemmia, l’obiezione di coscienza è ormai talmente diffusa negli ospedali (con punte dell’80%) da rendere inattuata la legge 194 sull’aborto. La legge 40 di impostazione clericale pone grossi limiti alla procreazione assistita e non esiste una normativa su fine vita, testamento biologico ed eutanasia. Il crocifisso viene imposto negli uffici pubblici, sulla base di una serie di circolari di epoca fascista. Questi alcuni esempi, ma sussistono nel quotidiano tante grandi e piccole invadenze clericali.
"A Malta quasi cento persone sono state processate per la legge anti-blasfemia"
Anche in altri paesi europei non va meglio. L’Ungheria è ormai avviata verso un regime chiuso, liberticida e clericale, benedetto della Chiesa e in special modo dal cardinale Peter Erdo, la punta di diamante del vittimismo vaticano. In diverse nazioni sono ancora in vigore leggi che criminalizzano il vilipendio. A Malta quasi cento persone sono state processate per la legge anti-blasfemia: paese dove solo nel 2011 è stato approvato il divorzio e che è stato esaltato da Benedetto XVI come modello per l’Europa. Per non parlare dell’arresto in Grecia per blasfemia.
L’elenco potrebbe continuare per giorni, ma un fatto emerge: piuttosto, è la libertà di atei e agnostici che viene limitata in Europa, non certo quella dei cristiani. Recentemente, anche il segretario di Stato americano John Kerry ha riconosciuto che è un diritto umano universale anche non credere e che le leggi anti-blasfemia e anti-apostasia sono una palese violazione dei diritti. Dati alla mano, abbiamo dunque ingenti privilegi per le Chiese cristiane da una parte e concrete discriminazioni nei confronti dei non credenti dall’altra. Una realtà scomoda, che va orwellianamente riscritta: un lavoro peraltro non certo nuovo, per certi cristiani, a giudicare dalle tante incongruenze contenute fin nei Vangeli e la necessità, fin dalla patristica, di far collimare la realtà con la “Verità”. Forse per questo vi si prestano tanto volentieri. Povere vittime della loro fede cristiana, costrette a dire il falso ad maiorem Ecclesiae gloriam.